Caritas

Omicidio-suicidio in centro rifugiati in provincia di Firenze

La tragedia si è consumata a Villa Monticini a Tavarnuzze in provincia di Firenze in una struttura che ospita rifugiati gestita dalla Caritas. Lucchetti (Fondazione Caritas): “Siamo sconvolti”. Il cardinale Betori: ""Preghiamo per le vittime e siamo vicini alle loro famiglie"

Villa Monticini a Tavarnuzze (Firenze)

Un cittadino afghano al culmine di un litigio dopo aver colpito a morte un connazionale si sarebbe ferito sempre con il coltello al collo e poi si è lanciato da una finestra. E’ stato ricoverato per un politrauma all’ospedale di Careggi dove in seguito è morto.

L’immobile è della parrocchia del Sacro Cuore ma è gestito dalla Caritas e fa parte della rete Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, cui partecipano anche gli enti locali per la realizzazione di progetti di accoglienza. 

“Siamo sconvolti”. A dirlo è Vincenzo Lucchetti, presidente di Fondazione Solidarietà Caritas Firenze, appena giunto nel centro di accoglienza gestito dalla Fondazione a Tavarnuzze, subito dopo l’omicidio avvenuto nel pomeriggio.

“La morte di due giovani nostro ospiti – dice Lucchetti – ci lasciano senza parole. Nel centro non si erano mai verificati attriti e tensioni”.

“Siamo a disposizione dell’autorità giudiziaria per le indagini – conclude Lucchetti -. Ora prevale in noi il dolore e lo sgomento”.

“Un grande dolore per due vite spezzate, esprimo il mio personale cordoglio e quello di tutta la Chiesa fiorentina” dice il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, dopo aver appreso la tragica notizia.

“Preghiamo per le vittime e siamo vicini alle loro famiglie, e ai loro amici, – aggiunge Betori – che in questo momento piangono la morte di due persone care. Il pensiero va anche agli operatori che da tempo, quotidianamente, si sono presi cura degli ospiti della struttura e che ora sono distrutti da quanto successo”.

“Questa tragica vicenda – conclude il cardinale – non cambia quelle che sono la nostra disponibilità all’accoglienza e all’integrazione di persone che fuggono dalla guerra, dalla fame e che chiedono a noi solo di essere accompagnati in un momento di difficoltà”.