Italia

ORTODOSSI ROMENI IN ITALIA: UNA RACCOLTA DI FIRME E UNA LETTERA ALL’ITALIA

La diocesi ortodossa romena in Italia ha inviato ieri una lettera “pastorale” a tutte le 92 comunità ortodosse romene presenti nel nostro Paese per proporre un “atteggiamento positivo” con cui affrontare la situazione che si è creata in questo periodo a causa di fatti di cronaca che hanno spesso visto protagonisti cittadini romeni. La lettera sarà oggetto per due o tre domeniche di una sottoscrizione e sarà poi inviata con le firme raccolte alle curie vescovili e ai comuni. Le firme saranno raccolte anche per sottoscrivere una lettera aperta dal titolo “Cara Italia” che sarà inviata “alle autorità centrali perché si possano rendere conto che nel nostro popolo romeno, presente in questo Paese, ci sono tantissime persone di buona volontà, che lavorano in maniera civile e positiva e non vogliono dare corso a situazioni che possono poi portare a tensioni”. A presentare al Sir tutte le iniziative messe in atto dalla Chiesa ortodossa romena in Italia è il vescovo mons. Siluan Span che dallo scorso anno guida la diocesi ortodossa romena. “Noi cristiani, ortodossi romeni – spiega il vescovo -, vogliamo far sapere il nostro rammarico e la nostra tristezza per le invettive accusatorie cui sono soggette le nostre comunità, colpevolizzandola in maniera generalizzata per reati commessi da alcuni nostri connazionali”. “Vogliamo – prosegue il vescovo – far sapere ai nostri confratelli italiani che noi ci dissociamo da tutti quei fatti di cronaca. Ringraziamo la comunità cattolica, tutto il clero e il popolo cristiano per il sostegno che ci hanno più volte dimostrato e chiediamo loro di dare testimonianza di quello che rappresenta la nostra collaborazione e tutti i fatti positivi che ci vedono protagonisti. Ringraziamo anche le autorità locali, i comuni e le province, per tutto il loro sostegno e anche a loro chiediamo di dare la loro testimonianza. Finiamo la lettera con una attestazione di solidarietà per tutti i nostri confratelli e consorelle che all’ora attuale soffrono in silenzio e senza colpevolizzare nessuno e sono loro stesso feriti e aggrediti da tanti atti compiuti spesso nei luoghi dove lavorano”.Sir