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Pancalli nuovo commissario Figc, una scelta bipartisan

Testa bassa e maniche rimboccate, poche chiacchiere e tanti fatti, perché guidare la federcalcio é una sfida, una gara da vincere, ma da atleta. L’azienda del pallone cambia ‘padrone’: dopo il super manager, quel Guido Rossi che aveva annunciato la rivoluzione per restituire la credibilità a un mondo falcidiato dalla bufera di calciopoli, il nuovo commissario si dichiara “operaio”.

Ma Luca Pancalli é soprattutto uomo di sport, e lo sport ha scelto all’unanimità chi è pronto a portare avanti la sua piccola grande rivoluzione tenendo a distanza, anche con autoironia, la retorica con cui deve fare i conti tutti i giorni. Almeno da venticinque anni, quando una caduta da cavallo lo ha costretto alla sedia a rotelle.

“La carrozzina? Bisogna guardare la persona che ci siede sopra – dice il nuovo capo della Figc nel giorno della sua nomina ufficiale – Se pensassimo a vedere solo questo, perderemmo un’occasione importante di cambiare la cultura di questo paese”. Nel mondo del pallone, diffidente rispetto ai cambiamenti, ora perfino pronto alle barricate di fronte a invasioni dall’esterno, Pancalli porterà la sua esperienza di sportivo vero, e non solo quella vissuta dietro la scrivania.

“Nella mia vita ho affrontato tante difficoltà, non mi spaventa l’ostilità del mondo del calcio – dice – Se lo facessi non sarei un buon atleta, mi alleno a fare il meglio, a dare il massimo. D’ora in poi, occhi chiusi, testa bassa e poche chiacchiere. Bisogna rimboccarsi le maniche e essere tutti più operai”.

La filosofia è chiara: perché Pancalli, che pure non nasconde l’emozione per un’investitura ritenuta un onore e che solo 48 ore fa non avrebbe nemmeno immaginato, la sua missione non la ritiene impossibile. Certo, da ex pentatleta, se dovesse scegliere una disciplina da accostare al lavoro che lo aspetta si troverebbe costretto a ‘raddoppiare’. “L’equitazione direi proprio di no, perché allora sono caduto: ma su questo cavallo spero di non esser disarcionato – racconta con il sorriso sulle labbra Pancalli – piuttosto il decathlon, vista la mole dell’impegno. Il calcio comunque non è malato e penso ai tanti ragazzini che ogni domenica giocano sui campetti. Bisogna ridare una speranza, ricostruire una stagione non più buia, ma soleggiata”.

Pancalli giura che ce la metterà tutta, con la dedizione e l’impegno quotidiano di chi lo sport lo ha praticato: insomma con l’allenamento, ma anche con gli occhi di chi non pensa che il calcio è al centro del mondo. “La cultura sportiva deve fare passi avanti, continuo a sostenere che si parla troppo di calcio. Mi piace stare con i piedi per terra e non cambio, forse perché ho le ruote e non posso permettermelo…”.

Volta decisamente pagina la federcalcio che adesso guarda al prossimo anno con la certezza che avrà anche un nuovo presidente: termine ultimo della transizione il 28 febbraio. Le linee guida sono già tracciate e Pancalli garantisce che non ci sarà alcuna battuta d’arresto. “La marcia proseguirà – spiega – all’insegna della continuità, eliminando qualsiasi tipo di conflitto d’interesse”. Primo passo la riforma della giustizia (che deve restare “autonoma”) e del sistema elettorale “per ricondurre la Figc a una guida democratica”. Regole da rinnovare, anche in tempi rapidi. Lo studio è già partito.

Quanto ai processi ancora in piedi, c’é attesa per gli arbitrati dei club coinvolti nello scandalo e condannati dalla giustizia sportiva: ma chi si aspetta sconti potrebbe restare deluso. Anche la rinnovata Figc è pronta a tenere duro in fase di arbitrato e a ribadire la bontà delle sentenze già emesse dai giudici di secondo grado, confidando nell’autorevolezza del collegio arbitrale che entrerà nel merito dei casi di Juve, Milan, Lazio e Fiorentina.

Pancalli comunque non ha perso tempo: nel suo primo giorno da commissario ha già chiamato Francesco Saverio Borrelli per cercare di convincerlo a restare, perché l’ufficio indagini ha bisogno del giudice di Mani Pulite. E lui ha detto che questa telefonata lo indurrà a un’ulteriore riflessione (potrebbe dunque tornare al lavoro e con lui anche i suoi vice). Telefonate anche al ct Roberto Donadoni per fargli arrivare la stima e la fiducia di tutta la Figc. E all’insegna di quel lavoro di squadra allargata invocato ha chiamato subito i presidenti delle tre Leghe, quelli che della gestione Rossi avevano lamentato proprio lo scarso coinvolgimento. Poi, in compagnia di uno dei suoi vice, l’avvocato Massimo Coccia, ha preso possesso del suo nuovo ufficio al quinto piano di via Allegri. Primo incontro ufficiale con il commissario dell’Aia Luigi Agnolin a cui è stata confermata la fiducia e rinnovato il mandato. “Siamo in maniche di camicia e dobbiamo lavorare” il motto nelle prime ore da commissario di Pancalli. Un uomo che lavorerà da atleta. La sua rivoluzione è già cominciata, dall’abbattimento di quelle barriere che nel mondo del calcio non sono soltanto architettoniche.

Una scelta bipartisan Dal pallone al mondo della politica, la scelta del Coni d’indicare Luca Pancalli come nuovo commissario straordinario della Figc convince tutti, così come quella di designare Gigi Riva come suo vice. L’uomo-simbolo del Cagliari che fu campione d’Italia prende il posto del dimissionario Demetrio Albertini.

La nomina di Pancalli appare nei consensi bipartisan, soddisfa un po’ tutte le forze politiche, a dimostrazione che forse sono finite le divisioni politiche sul commissariamento dello sport-passione nazionale, perché l’ex campione di pentathlon, poi disabile per una caduta da cavallo, che oggi ha ricevuto il plauso anche dell’Unione Ciechi e dell’Ente Sordi (“la sua nomina è segno di un cambiamento, un segno molto positivo che conferisce prestigio ai disabili”), mette d’accordo maggioranza ed opposizione, oltre che quel mondo dello sport da cui viene.

Lavorerà, come assicura il presidente del Coni Gianni Petrucci, “con fermezza ed ottimismo”, per portare avanti le indispensabili riforme, come ha fatto finora nei suoi precedenti incarichi: ultimamente, da presidente della federazione disabili e da vicepresidente del Coni, si stava dedicando al suo progetto di far entrare gli atleti disabili nei gruppi sportivi militari.

Perfino il protagonista numero uno di Calciopoli, Luciano Moggi, ha mandato il suo augurio (“é una persona seria”) nel giorno in cui è stata rinviata a data da destinarsi l’audizione dell’ex d.g. della Juve alla Camera di Conciliazione del Coni.

In campo politico, la nomina di Pancalli (che oggi ha confermato la fiducia al ct Donadoni) piace al Ministro dello Sport Giovanna Melandri ed al presidente della commissione Cultura della Camera Pietro Folena, che conduce l’indagine conoscitiva dei deputati sul mondo del calcio. Positivi anche gli immancabili commenti di Veltroni-Gasbarra-Marrazzo che governano rispettivamente Comune di Roma, Provincia e Regione Lazio, mentre l’on. Luciano Ciocchetti, responsabile dello sport dell’Udc, nei giorni scorsi molto prodigo di dichiarazioni anti-Guido Rossi, cambia registro ed applaude la svolta. Soddisfatto anche Marco Pecoraro Scanio, passato dai campi di calcio (é stato difensore dell’Ancona ai tempi del primo storico campionato dei marchigiani in serie A) a quello della politica. Fa sapere di “essere in sintonia” anche l’ex deputato Dc e presidente Figc Antonio Matarrese, ora tornato in auge come presidente della lega calcio.

Plauso unanime anche dal mondo del calcio e da quello dello sport: Pancalli sembra proprio l’uomo giusto, perché come dice Marcello Lippi sembra “persona che dà la massima garanzia”. “Lui e Riva sono le persone giuste”, dice il campione del mondo Gigi Buffon. Ora però il commissario straordinario è atteso da un lungo e duro lavoro, lui che la sua sfida l’ha già vinta con la vita. Riformare il mondo del calcio non sarà facile, ma Pancalli preferisce che alle parole e i complimenti si sostituiscano i fatti, per far sì che la federcalcio, alla fine del cammino, sia in grado di darsi un nuovo, e credibile, presidente. (ANSA).