Giubileo 2025
Papa: “Coltivare una cultura di umanesimo cristiano”
Leone XIV, nel giorno in cui comincia ufficialmente il Giubileo dei giovani, si rivolge per la prima volta a missionari e influencer cattolici, invitandoli ad abitare la rete all’insegna dell’umanesimo cristiano

“Coltivare la bellezza dell’umanesimo cristiano, e farlo insieme”. Così Leone XIV, incontrando per la prima volta, proprio nel giorno in cui inizia il Giubileo dei giovani, i missionari e gli influencer cattolici, ha definito “la bellezza della rete”, in una società dove la tecnologia permea ormai ogni aspetto dell’umano. “Garantire che questa cultura rimanga umana”, il compito assegnato ai presenti, salutati a piedi entrando in basilica, al termine della messa presieduta dal card. Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione. Abitare il continente digitale, per il Papa, non è tanto “genera contenuti”, ma “creare un incontro tra i cuori”, inventando un nuovo linguaggio e senza badare ai follower.
“La pace ha bisogno di essere cercata, annunciata, condivisa in ogni luogo: sia nei drammatici luoghi di guerra, sia nei cuori svuotati di chi ha perso il senso dell’esistenza e il gusto dell’interiorità, della vita spirituale”.
Papa Leone parla ai missionari digitali e agli influencer cattolici, e chiede a loro prima di tutto di annunciare al mondo la pace: “Oggi, forse più che mai, abbiamo bisogno di discepoli missionari che portino nel mondo il dono del Risorto; che diano voce alla speranza che ci dà Gesù Vivo, fino agli estremi confini della terra; che arrivino dovunque ci sia un cuore che aspetta, un cuore che cerca, un cuore che ha bisogno. Sì, fino ai confini della terra, ai confini esistenziali dove non c’è speranza”.
“Cercare sempre la carne sofferente di Cristo in ogni fratello e sorella che incontri online”, il secondo mandato, decisamente in controtendenza rispetto ad una cultura, come quella attuale, “profondamente caratterizzata e permeata dalla tecnologia”.
“Tocca a noi – a ciascuno di voi – garantire che questa cultura rimanga umana”, il compito più esigente da svolgere, a partire dalla consapevolezza che “la scienza e la tecnologia influenzano il modo in cui viviamo nel mondo, influenzando anche il modo in cui comprendiamo noi stessi e come ci rapportiamo con Dio e con gli altri”.
“Ma nulla di ciò che proviene dall’uomo e dalla sua creatività dovrebbe essere usato per minare la dignità degli altri”, il principio fondamentale da non dimenticare: “La nostra missione – la tua missione – è coltivare una cultura di umanesimo cristiano, e farlo insieme. Questa è la bellezza della rete per noi”.
“Di fronte ai cambiamenti culturali nel corso della storia, la Chiesa non è mai rimasta passiva”, ricorda il Pontefice: “ha sempre cercato di illuminare ogni epoca con la luce e la speranza di Cristo, discernendo il bene dal male e ciò che era buono da ciò che doveva essere cambiato, trasformato e purificato”.
“Oggi ci troviamo in una cultura in cui la dimensione tecnologica è presente in quasi tutto, specialmente perché l’adozione diffusa dell’intelligenza artificiale segnerà una nuova era nella vita degli individui e della società nel suo insieme”, l’analisi del Papa, in linea con quella fatta di fronte incontrando per la prima volta il Collegio cardinalizio – quando ha rivelato che la scelta del nome da Pontefice era nata per “rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppo dell’intelligenza artificiale” e rivolgendosi ai vescovi italiani, ai quali ha ricordato che “la persona non è un sistema di algoritmi”, mettendoli in guardia dal rischio di una fede che può risultare disincarnata, “senza una riflessione vita sull’umano”. “Questa è una sfida che dobbiamo affrontare”, l’appello odierno di Leone XIV da San Pietro: “riflettere sull’autenticità della nostra testimonianza, sulla nostra capacità di ascoltare e parlare, e sulla nostra capacità di capire e farci capire”.
“Abbiamo il dovere di lavorare insieme per sviluppare un modo di pensare e un linguaggio, del nostro tempo, che dia voce all’Amore”, l’indicazione di rotta di Papa Leone, che ha precisato: “Non si tratta semplicemente di generare contenuti, ma di creare un incontro tra i cuori”.
Tutto ciò, per il Papa, esige di “cercare coloro che soffrono e hanno bisogno di conoscere il Signore, affinché possano guarire le loro ferite, rialzarsi e trovare significato nelle loro vite. Soprattutto, questo processo inizia accettando la nostra propria povertà, lasciando andare ogni pretesa e riconoscendo il nostro bisogno intrinseco del Vangelo. E questo processo è un impegno comune”. “Costruire reti di relazioni, reti d’amore, reti di scambio gratuito, in cui l’amicizia sia profonda”, l’ultima consegna: “Reti dove si possa riparare ciò che è stato rotto, dove si possa porre rimedio alla solitudine, senza badare al numero dei follower, ma vivendo in ogni incontro la grandezza infinita dell’Amore. Reti che aprano spazio all’altro, più che a se stessi, dove nessuna ‘bolla di filtri’ possa spegnere la voce dei più deboli. Reti che liberino, che salvino. Reti che ci facciano riscoprire la bellezza di guardarci negli occhi. Reti di verità. In questo modo, ogni storia di bene condiviso sarà il nodo di una unica ed immensa rete: la rete delle reti, la rete di Dio”. “Siate agenti di comunione, capaci di rompere la logica della divisione e della polarizzazione; dell’individualismo e dell’egocentrismo”, l’invito finale: “Concentratevi su Cristo, per vincere la logica del mondo, delle fake news e della superficialità, con la bellezza e la luce della verità”.