Papa Francesco

Papa: Angelus, da qui la guerra ancora più assurda

Il testo scritto dal Pontefice diffuso dalla Sala stampa vaticana “Anch’io prego per voi”, “preghiamo per la pace”. No a “parole violente, false, volgari”, “allenare gli occhi a osservare bene il mondo”

Papa al Gemelli, Angelus

“Anch’io prego per voi. E prego soprattutto per la pace”. Si conclude così il testo preparato dal Papa per l’Angelus di questa domenica, mentre trascorre il diciassettesimo giorno di degenza al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale, diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede. “Da qui la guerra appare ancora più assurda”, confessa Francesco. “Preghiamo per la martoriata Ucraina, per Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Kivu. Ci affidiamo fiduciosi a Maria, nostra Madrei”.

“Io come guardo le altre persone, che sono miei fratelli e sorelle? E come mi sento guardato da loro? Le mie parole hanno un gusto buono, oppure sono intrise di amarezza e di vanità?”. Sono le domande contenute nel testo preparato dal Papa. Il Vangelo odierno, esordisce Francesco, “ci fa riflettere su due dei cinque sensi: la vista e il gusto”. Riguardo alla vista, per il Papa occorre “allenare gli occhi a osservare bene il mondo e giudicare con carità il prossimo”, perché “solo con questo sguardo di cura, non di condanna, la correzione fraterna può essere una virtù. Perché se non è fraterna, non è una correzione!”. Quanto al gusto, il Papa osserva che “i frutti che vengono dall’uomo sono, ad esempio, le sue parole. I frutti cattivi sono le parole violente, false, volgari; quelli buoni sono le parole giuste e oneste, che danno sapore ai nostri dialoghi”.