Papa Francesco

Papa, Angelus: la “lebbra dell’anima” ci rende egoisti

vicinanza compassione e tenerezza: questo l'invito del Papa che ha canonizzato la prima santa argentina, Mama Antula

Papa Francesco all'Angelus (Foto archivio Agensir)

“Non dimentichiamo lo stile di Dio: vicinanza compassione e tenerezza”. Questo il richiamo di papa Francesco nell’Angelus di oggi in piazza San Pietro ricordando la festa di Santa Maria di Lourdes e la Giornata del Malato. il Papa ha rivolto un pensiero anche “ai popoli martoriati” dalla guerra in Ucraina, in Palestina e Israele, in Myanmar.

Nell’Angelus ha anche invitato a interrogarsi sulla propria disponibilità all’ascolto e alla cura delle persone che ciascuno incontra nella quotidianità della vita. “Concretamente, quand’è stata l’ultima volta che sono andato a visitare una persona sola o malata, o che ho cambiato i miei programmi per venire incontro alle necessità di chi mi domandava aiuto?“. “L’amore ha bisogno di concretezza, di presenza, di incontro, di tempo e spazio donati: non può ridursi a belle parole, a immagini su uno schermo, a selfie di un momento o a messaggini frettolosi”.

Prima dell’Angelus, Francesco ha celebrato la canonizzazione della prima santa argentina Mama Antula, alla presenza di migliaia di connazionali e anche del presidente Milei. Nell’omelia il Pontefice ha osservato che ancora oggi c’è tanta emarginazione e “barriere da abbattere” e messo in guardia dalle “cancrene” dell’anima, come indifferenza, paura, preconcetti. Quindi ha invitato a riscoprire “la gioia di donarci agli altri, liberi da forme di religiosità anestetizzanti e prive della carne del fratello”. Il papa ha parlato di “lebbra dell’anima”, morbo “che ci rende insensibili all’amore, alla compassione, che ci distrugge attraverso le ‘cancrene’ dell’egoismo, del preconcetto, dell’indifferenza e dell’intolleranza”.

María Antonia de San José de Paz y Figueroa, quella che gli argentini ma anche tutti i devoti sparsi nel mondo meglio conoscono come Mama Antula, è vissuta nel XVIII secolo nell’epoca dell’espulsione della Compagnia di Gesù dal Paese, ha diffuso a Buenos Aires e in altre regioni la pratica degli Esercizi spirituali ignaziani, fondando case di spiritualità e facendo conoscere Dio alla gente, anche ai padri fondatori della Patria che la consideravano infatti una “mamma”.