Vita Chiesa

Papa Francesco a Focsiv: «C’è tanto bisogno di testimoniare valore gratuità»

«Le povertà – ha aggiunto – oggi cambiano volto ed anche alcuni tra i poveri maturano aspettative diverse: aspirano ad essere protagonisti, si organizzano, e soprattutto praticano quella solidarietà che esiste tra quanti soffrono, tra gli ultimi. Voi siete chiamati a cogliere questi segni dei tempi e a diventare uno strumento al servizio del protagonismo dei poveri». Solidarietà con i poveri è «pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni». È anche «lottare contro le cause strutturali della povertà: la disuguaglianza, la mancanza di un lavoro e di una casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi. La solidarietà è un modo di fare la storia con i poveri, rifuggendo da presunte opere altruistiche che riducono l’altro alla passività».

Tra le cause della povertà «c’è un sistema economico che saccheggia la natura – penso in particolare alla deforestazione, ma anche alle catastrofi ambientali e alla perdita della biodiversità». Il creato «non è una proprietà di cui possiamo disporre a nostro piacere, e ancor meno è una proprietà solo di pochi», ma «un dono meraviglioso che Dio ci ha dato perché ce ne prendiamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti, con rispetto». «Molti dei Paesi nei quali operate – ha evidenziato il Papa – conoscono lo scandalo della guerra. Lavorando per lo sviluppo dei popoli, voi cooperate anche a costruire la pace, cercando con perseverante tenacia di disarmare le menti, di avvicinare le persone, di costruire ponti fra le culture e le religioni». Inoltre, «un segno di pace e di speranza è la vostra attività nei campi profughi, dove incontrate gente disperata, volti segnati dalla sopraffazione, bambini che hanno fame di cibo, di libertà e di futuro. Quanta gente nel mondo fugge dagli orrori della guerra! Quante persone sono perseguitate a motivo della loro fede, costrette ad abbandonare le loro case, i loro luoghi di culto, le loro terre, i loro affetti! Quante vite spezzate! Quanta sofferenza, quanta distruzione!». Perciò, «è necessaria la collaborazione di tutti, istituzioni, ong e comunità ecclesiali, per promuovere percorsi di convivenza armonica tra persone e culture diverse».