Mondo

Papa Francesco: al Corpo diplomatico, “cessino le guerre”

“In Israele, Palestina e Libano, ma anche in Ucraina e negli altri continenti”. No a “ogni forma di terrorismo ed estremismo”

Papa Francesco incontra il Corpo diplomatico

“Il mondo è attraversato da un crescente numero di conflitti che lentamente trasformano quella che ho più volte definito terza guerra mondiale a pezzi in un vero e proprio conflitto globale”. È la fotografia scattata dal Papa, nel tradizionale discorso di inizio anno al Corpo diplomatico, nell’Aula della Benedizione, quest’anno dedicato alla pace , “parola tanto fragile e nel contempo impegnativa e densa di significato all’inizio di un anno che vorremmo di pace e che invece si apre all’insegna di conflitti e divisioni”. Nel discorso, Francesco cita il Radiomessaggio ai popoli del mondo intero pronunciato da Pio XII alla vigilia di Natale deal 1944: “La seconda guerra mondiale stava avvicinandosi alla conclusione dopo oltre cinque anni di conflitto e l’umanità – disse il Pontefice – avvertiva ‘una volontà sempre più chiara e ferma: fare di questa guerra mondiale, di questo universale sconvolgimento, il punto da cui prenda le mosse un’era novella per il rinnovamento profondo’ . Ottant’anni dopo, la spinta a quel ’rinnovamento profondo’ sembra essersi esaurita”. “Non posso in questa sede non ribadire la mia preoccupazione per quanto sta avvenendo in Israele e Palestina”, il primo appello del Papa: “Tutti siamo rimasti scioccati dall’attacco terroristico del 7 ottobre scorso contro la popolazione in Israele, dove sono stati feriti, torturati e uccisi in maniera atroce tanti innocenti e molti sono stati presi in ostaggio. Ripeto la mia condanna per tale azione e per ogni forma di terrorismo ed estremismo: in questo modo non si risolvono le questioni tra i popoli, anzi esse diventano più difficili, causando sofferenza per tutti. Infatti, ciò ha provocato una forte risposta militare israeliana a Gaza che ha portato la morte di decine di migliaia di palestinesi, in maggioranza civili, tra cui tanti bambini, ragazzi e giovani, e ha causato una situazione umanitaria gravissima con sofferenze inimmaginabili. Ribadisco il mio appello a tutte le parti coinvolte per un cessate-il-fuoco su tutti i fronti, incluso il Libano, e per l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi a Gaza. Chiedo che la popolazione palestinese riceva gli aiuti umanitari e che gli ospedali, le scuole e i luoghi di culto abbiano tutta la protezione necessaria. Auspico che la comunità internazionale percorra con determinazione la soluzione di due Stati, uno israeliano e uno palestinese, come pure di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la Città di Gerusalemme, affinché israeliani e palestinesi possano finalmente vivere in pace e sicurezza”. “Il conflitto in corso a Gaza destabilizza ulteriormente una regione fragile e carica di tensioni”, argomenta Francesco, menzionando in particolare il popolo siriano, “che vive nell’instabilità economica e politica, aggravata dal terremoto del febbraio scorso”, e chiedendo alla comunità internazionale che “incoraggi le Parti coinvolte a intraprendere un dialogo costruttivo e serio e a cercare soluzioni nuove, perché il popolo siriano non abbia più a soffrire a causa delle sanzioni internazionali”. Il Papa, inoltre, esprime la sua sofferenza “per i milioni di rifugiati siriani che ancora si trovano nei Paesi vicini, come la Giordania e il Libano”, auspicando che “lo stallo istituzionale che lo sta mettendo ancora più in ginocchio venga risolto e che il Paese dei Cedri abbia presto un presidente”.

“Purtroppo, dopo quasi due anni di guerra su larga scala della Federazione Russa contro l’Ucraina, la tanto desiderata pace non è ancora riuscita a trovare posto nelle menti e nei cuori, nonostante le numerosissime vittime e l’enorme distruzione”, ha aggiunto il Papa. “Non si può lasciare protrarre un conflitto che va incancrenendosi sempre di più, a detrimento di milioni di persone, ma occorre che si ponga fine alla tragedia in atto attraverso il negoziato, nel rispetto del diritto internazionale”, l’appello di Francesco, che esprime inoltre “preoccupazione anche per la tesa situazione nel Caucaso Meridionale tra l’Armenia e l’Azerbaigian, esortando le parti ad arrivare alla firma di un Trattato di pace”. “È urgente trovare una soluzione alla drammatica situazione umanitaria degli abitanti di quella regione, favorire il ritorno degli sfollati alle proprie case in legalità e sicurezza e rispettare i luoghi di culto delle diverse confessioni religiose ivi presenti”, le richieste del Papa, secondo il quale “tali passi potranno contribuire alla creazione di un clima di fiducia tra i due Paesi in vista della tanto desiderata pace”. Poi lo sguardo va all’Africa, e alla “sofferenza di milioni di persone per le molteplici crisi umanitarie in cui versano vari Paesi sub-sahariani, a causa del terrorismo internazionale, dei complessi problemi socio-politici, e degli effetti devastanti del cambiamento climatico, ai quali si sommano le conseguenze dei colpi di stato militari occorsi in alcuni Paesi e di certi processi elettorali caratterizzati da corruzione, intimidazioni e violenza”. Nel dettaglio, Francesco cita “i drammatici eventi in Sudan, dove purtroppo, dopo mesi di guerra civile, non si vede ancora una via di uscita; nonché le situazioni degli sfollati in Camerun, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan”. Infine l’appello per il Nicaragua, alle prese con “una crisi che si protrae nel tempo con dolorose conseguenze per tutta la società nicaraguense, in particolare per la Chiesa Cattolica”: “La Santa Sede non cessa di invitare ad un dialogo diplomatico rispettoso per il bene dei cattolici e dell’intera popolazione”.