Papa Francesco

Papa Francesco, il cardinale Betori ricorda l’elezione nel 2013

L'esito del Conclave, afferma, fu il segno di "una larga condivisione di un programma chiaro fin dall’inizio"

Firenze 5¡ convegno ecclesiale nazionale, Papa Francesco nel centro storico Piazza Duomo. 10 Novembre 2015 Copyright Riccardo Germogli/Massimo Sestini

“Il mio pensiero nel ricordarlo non può che partire dal primo momento del mio incontro con lui, in quel Conclave che lo elesse successore di Benedetto XVI”. Il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo emerito di Firenze, ricorda così papa Francesco, in un articolo che sarà pubblicato nell’edizione speciale di Toscana Oggi, in uscita giovedì, interamente dedicata a papa Francesco.

“La figura di questo pastore – scrive Betori – emerse nel suo valore durante gli incontri in cui l’intero collegio si raccoglie prima dell’inizio del Conclave vero e proprio, un momento importante, che precede quello delle votazioni, dove ci si confronta sul futuro della Chiesa. Fu subito a tutti chiaro lo spessore della persona, la consapevolezza che egli aveva del cambiamento epocale, la lucidità della sua visione ecclesiale, lo slancio missionario che animava l’allora arcivescovo di Buenos Aires. Per i cardinali quanto poi Papa Francesco ha indicato e promosso nel suo pontificato non è stata una novità, in quanto tutto era già contenuto nell’intervento che egli fece in quegli incontri previ al Conclave, parole che racchiudevano in sé il nucleo di una innovativa prospettiva pastorale quale poi ci è stata da lui illustrata nella Evangelii gaudium”. 

Betori (che sarà presente anche al prossimo conclave) parla anche dello svolgimento dell’elezione del Papa: “L’esito delle votazioni nel Conclave va interpretato come una larga condivisione da parte del Collegio cardinalizio di un programma chiaro fin dall’inizio e che poi Papa Francesco nel suo pontificato ha tradotto in un progetto pastorale ampiamente articolato e sorretto dalle due scelte di fondo della missionarietà e della sinodalità. Con questo egli ha dato un ulteriore impulso al cammino di attuazione del Concilio Vaticano II, e lo ha fatto con la sua specificità, nella linea della storia della Chiesa che vede la continuità del ministero del Sommo Pontefice pur nella diversità dei singoli Papi. La grandezza della Chiesa e la perenne novità dello Spirito Santo permettono di non avere mai un Papa copia del suo predecessore, ma sempre una figura originale. Nella sua originalità, in particolare, Papa Francesco si è posto in modo complementare a Benedetto XVI”.