Chiesa Italiana

Papa Francesco: no alle logiche dominanti della comunicazione

Incontro di Papa Francesco, questa mattina, con i dirigenti e i dipendenti di Tv2000 e Radio inBlu2000, ricevuti in udienza nell’Aula Paolo VI, in occasione del 25° anniversario della nascita delle due emittenti..

“Continuare a creare reti, a tessere legami, a raccontare il bello e il buono delle nostre comunità con prossimità, a rendere protagonisti quanti solitamente finiscono a fare le comparse o non vengono nemmeno presi in considerazione”. È l’impegno affidato da Papa Francesco, questa mattina, ai dirigenti, i dipendenti di Tv2000 e Radio inBlu2000, ricevuti in udienza nell’Aula Paolo VI, in occasione del 25° anniversario della nascita. Il Pontefice ha ricordato che “sono passati dieci anni dal nostro precedente incontro e molto è cambiato nel panorama mediatico” come pure che entrambi i media, assieme al quotidiano “Avvenire” e all’Agenzia Sir, hanno “un’appartenenza ben precisa: la Conferenza episcopale italiana”. “Questo non è un limite, anzi è espressione di una grande libertà, perché ricorda che la comunicazione e l’informazione hanno sempre le radici nell’umano. E, ancora, sottolinea l’importanza di incarnare la fede nella cultura, in particolare attraverso la testimonianza, narrando storie in cui il buio che è intorno a noi non spenga il lume della speranza. È fondamentale ricordare e vivere questa appartenenza”. Quindi, il Papa ha indicato tre parole per “proseguire sulla strada del vostro lavoro”: prossimità, cuore e responsabilità. “La comunicazione – lo sappiamo – rischia di appiattirsi su alcune logiche dominanti, di piegarsi al potere o addirittura di costruire fake news. Non cadete nella tentazione di allinearvi, andate controcorrente, sempre consumando le suole delle scarpe e incontrando la gente. Solo così potete essere ‘autentici per vocazione’, come dice un vostro slogan. E non dimenticate mai quanti sono ai margini, le persone povere, sole, scartate”.

“Potrebbe sembrare fuori luogo accostare il cuore al mondo tecnologico, come è ormai quello della comunicazione, invece tutto nasce da lì. Non si può osservare un fatto, non si può intervistare qualcuno, non si può raccontare qualcosa se non a partire dal cuore”. Ha poi aggiunto Papa Francesco. “Il comunicare non si risolve nella trasmissione di una teoria o nell’esecuzione di una tecnica, ma è un’arte che ha al centro la ‘capacità del cuore che rende possibile la prossimità’ – ha detto -. Ciò permette di fare spazio all’altro – restringendo un po’ quello dell’io –, di liberarci dalle catene dei pregiudizi, di dire la verità senza separarla dalla carità. Mai separare i fatti dal cuore! E poi, avere coraggio. Non è un caso che ‘coraggio’ derivi da cor. Chi ha cuore ha anche il coraggio di essere alternativo, senza però diventare polemico o aggressivo; di essere credibile, senza avere la pretesa di imporre il proprio punto di vista; di essere costruttore di ponti. Un comunicatore è un costruttore di ponti”. Quindi il Papa si è soffermato sulla “responsabilità”. “Ognuno deve fare la propria parte per assicurare che ogni forma di comunicazione sia obiettiva, rispettosa della dignità umana e attenta al bene comune. In questo modo, potremo ricucire le fratture, trasformare l’indifferenza in accoglienza e relazione. Il vostro è uno di quei mestieri che hanno il carattere della vocazione: siete chiamati a essere messaggeri che informano con rispetto e competenza, contrastando divisioni e discordie. E sempre ricordando che al centro di ogni servizio, di ogni articolo, di ogni programma c’è la persona”.