Papa Leone XIV
Papa Leone: «Il fuoco dell’amore rinnova il mondo»
Il pontefice ha celebrato la Messa al santuario di Santa Maria della Rotonda di Albano davanti a operatori della Caritas e ai poveri del territorio

È arrivato a piedi al santuario di Santa Maria della Rotonda di Albano, accolto da sacerdoti, parrocchiani, operatori della Caritas e, soprattutto, dai poveri del territorio: senza fissa dimora, famiglie in difficoltà, ospiti di centri di ascolto, case famiglia e strutture di accoglienza della diocesi. Così papa Leone XIV ha presieduto la Messa domenicale, offrendo una riflessione intensa sul significato dell’Eucaristia e sulla missione della Chiesa.
«È una gioia trovarci insieme a celebrare l’Eucaristia domenicale, che ci regala una gioia ancora più profonda – ha detto nell’omelia –. Se è già un dono essere vicini e guardarci negli occhi come veri fratelli e sorelle, un dono più grande è vincere nel Signore la morte. Gesù ha vinto la morte, e noi iniziamo già a vincerla con Lui».
Il Papa ha ricordato che nella liturgia domenicale ciascuno porta con sé fatiche e paure, ma trova nella Parola e nel Corpo di Cristo una vita che va oltre la morte: «È lo Spirito Santo, lo Spirito del Risorto, a fare questo fra di noi e in noi, silenziosamente, domenica dopo domenica».
Riferendosi al santuario che lo ha accolto, Leone XIV ha sottolineato il significato della sua architettura: «La Rotonda ci abbraccia con le sue mura. La forma circolare, come a Piazza San Pietro, ci fa sentire accolti nel grembo di Dio. Al di fuori la Chiesa può sembrare spigolosa, ma al suo interno si manifesta l’amore senza spigoli, incondizionato».
Il cuore dell’omelia è stato il Vangelo del giorno: «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, vi dico, ma divisione» (Lc 12,51). Parole che possono sorprendere, ma che il Papa ha interpretato alla luce dell’intero messaggio evangelico:
«Il mondo ci abitua a scambiare la pace con la comodità. Gesù invece porta un fuoco che non distrugge, ma rinnova: il fuoco dell’amore, che si abbassa e serve, che oppone all’indifferenza la cura e alla prepotenza la mitezza».
Non un fuoco di armi o parole offensive, ha ribadito, ma il fuoco della bontà, gratuito e capace di trasformare la storia:
«Può costare incomprensione, scherno, persino persecuzione, ma non c’è pace più grande di avere in sé la sua fiamma».
Infine, Leone XIV ha ringraziato gli operatori della diocesi di Albano, in particolare della Caritas:
«Vi incoraggio a non distinguere tra chi assiste e chi è assistito. Siamo la Chiesa del Signore, una Chiesa di poveri, tutti preziosi, tutti soggetti. Ognuno è un dono per gli altri. Solo insieme, solo diventando un unico Corpo in cui anche il più fragile partecipa in piena dignità, siamo il Corpo di Cristo».
L’invito conclusivo del Pontefice è stato chiaro:
«Non lasciamo fuori il Signore dalle nostre chiese, dalle nostre case e dalla nostra vita. Nei poveri, invece, lasciamolo entrare: allora faremo pace anche con la nostra povertà».