Papa Leone XIV

Papa: udienza, “Gesù non fa graduatorie”

Leone XIV ha dedicato l'udienza di oggi alla parabola del padrone della vigna e di vignaioli, narrata nel Vangelo di Matteo. "Anche quando ci sembra di fare poco nella vita, ne vale sempre la pena". "Per Dio è giusto che ognuno abbia ciò che è necessario per vivere"

Papa Leone XIV (foto Calvarese/Sir)

“Gesù non fa graduatorie”, perché “la nostra vita vale, e il suo desiderio è di aiutarci a scoprirlo”. Leone XIV ha commentato così la parabola del padrone della vigna e dei vignaioli, al centro della catechesi dell’udienza di oggi, in cui ha ripreso il ciclo di catechesi che si svolge lungo l’intero Anno giubilare, “Gesù Cristo nostra speranza”. “A volte abbiamo l’impressione di non riuscire a trovare un senso per la nostra vita: ci sentiamo inutili, inadeguati, proprio come degli operai che aspettano sulla piazza del mercato, in attesa che qualcuno li prenda a lavorare”, l’analisi del Papa: “Ma a volte il tempo passa, la vita scorre e non ci sentiamo riconosciuti o apprezzati. Forse non siamo arrivati in tempo, altri si sono presentati prima di noi, oppure le preoccupazioni ci hanno trattenuto altrove”. Secondo il Papa , “la metafora della piazza del mercato è molto adatta anche per i nostri tempi, perché il mercato è il luogo degli affari, dove purtroppo si compra e si vende anche l’affetto e la dignità, cercando di guadagnarci qualcosa. E quando non ci si sente apprezzati, riconosciuti, si rischia persino di svendersi al primo offerente”.

“Anche quando ci sembra di poter fare poco nella vita, ne vale sempre la pena”, ha garantito invece il Pontefice: “C’è sempre la possibilità di trovare un senso, perché Dio ama la nostra vita”. Il comportamento del padrone della vigna, per Leone XIV, è “un comportamento insolito, che stupisce e interroga”: “È il padrone di una vigna, il quale esce di persona per andare a cercare i suoi operai. Evidentemente vuole stabilire con loro un rapporto personale”. La parabola narrata nel Vangelo di Matteo, sotto questa luce, è “una parabola che dà speranza, perché ci dice che questo padrone esce più volte per andare a cercare chi aspetta di dare un senso alla sua vita”: “Il padrone esce subito all’alba e poi, ogni tre ore, torna a cercare operai da mandare nella sua vigna. Seguendo questa scansione, dopo essere uscito alle tre del pomeriggio, non ci sarebbe più ragione di uscire ancora, perché la giornata lavorativa terminava alle sei. Questo padrone instancabile, che vuole a tutti i costi dare valore alla vita di ciascuno di noi, esce invece anche alle cinque. Gli operai che erano rimasti sulla piazza del mercato avevano probabilmente perso ogni speranza. Quella giornata era andata a vuoto. E invece qualcuno ha creduto ancora in loro”.

“Per il padrone della vigna, cioè per Dio, è giusto che ognuno abbia ciò che è necessario per vivere”, ha osservato Papa Leone: “Lui ha chiamato i lavoratori personalmente, conosce la loro dignità e in base ad essa vuole pagarli. E dà a tutti un denaro”. Gli operai della prima ora, però, “rimangono delusi: non riescono a vedere la bellezza del gesto del padrone, che non è stato ingiusto, ma semplicemente generoso, non ha guardato solo al merito, ma anche al bisogno”: “Dio vuole dare a tutti il suo Regno, cioè la vita piena, eterna e felice. E così fa Gesù con noi: non fa graduatorie, a chi gli apre il cuore dona tutto Sé stesso”. Al termine della catechesi, un invito ai giovani: “Non rimandare, rimboccati le maniche, perché il Signore è generoso e non sarai deluso! Lavorando nella sua vigna, troverai una risposta a quella domanda profonda che porti dentro di te: che senso ha la mia vita?”. “Non scoraggiamoci!”, l’esortazione collettiva: “Anche nei momenti bui della vita, quando il tempo passa senza darci le risposte che cerchiamo, chiediamo al Signore che esca ancora e che ci raggiunga là dove lo stiamo aspettando. Lui è generoso e verrà presto!”.