Firenze

«Pellegrini di speranza» in cattedrale,la Chiesa fiorentina guarda al Giubileo

La Chiesa fiorentina apre l'anno pastorale, anche quest'anno, in stile sinodale. La giornata di domenica 8 ottobre si aprirà in quattro diversi luoghi in cui le persone potranno parlare e confrontarsi, prima di confluire in cattedrale per la Messa con il vescovo, il cardinale Giuseppe Betori.

Quattro luoghi in cui troveranno spazio anche quattro ambiti pastorali. I giovani, protagonisti in seminario dove chi è stato alla Gmg di Lisbona potrà condividere l’esperienza. Le comunità etniche cattoliche, che animeranno l’incontro in Santa Maria Maddalena de’ Pazzi ma che saranno coinvolte anche nella liturgia in cattedrale. Un altro tema sarà la catechesi attraverso l’arte, che a Firenze rappresenta una risorsa inesauribile. E che forse si potrebbe utilizzare di più, grazie anche ai progetti messi in campo dalla diocesi in questi mesi. Il tema del servizio e della carità infine offrirà l’opportunità di condividere le tante esperienze di cui il nostro territorio è ricco, e magari anche le fatiche che si vivono in questo ambito.
A curare l’organizzazione della giornata, insieme agli uffici pastorali della diocesi, è il vicario episcopale per la pastorale, don Bledar Xhuli.


Don Bledar, quali sono le modalità con cui è stata pensata questa giornata?
«La sinodalità è lo stile di vita della Chiesa fin dagli inizi della sua esistenza. Basterebbe far riferimento all’icona biblica dei discepoli di Emmaus, proposta per la seconda fase del Cammino sinodale, quella del discernimento. Quindi si tratta di una maggiore presa di coscienza di attualizzarlo nella chiesa odierna. Come i due di Emmaus anche noi siamo pellegrini che camminano insieme con lo sguardo rivolto al Giubileo del 2025, per incontrare Cristo “nostra speranza”. La giornata è stata pensata avendo come sfondo dell’anno pastorale questi due eventi: il Cammino sinodale e il Giubileo. Sono quattro punti di partenza, o cantieri, dove ci troveremo domenica 8 ottobre alle 15.15. Nel seminario diocesano come pellegrini di speranza attraverso le testimonianze dalla Gmg di Lisbona, un’esperienza bellissima piena di entusiasmo per i giovani che sono il futuro della chiesa e del mondo. Nella basilica di Santa Maria Novella come pellegrini speranza attraverso l’arte; un’esperienza di catechesi attraverso l’arte seguita da gruppi di lavoro in stile sinodale. A Santa Maria Maddalena de’ Pazzi come pellegrini di speranza attraverso la fraternità dei popoli, dove saremo accolti dalle comunità etniche che da anni arricchiscono il panorama della nostra diocesi, come si evince dalla mostra “Cattolicesimo patrimonio migrante” che vi sarà esposta. A Ognissanti ci troveremo come pellegrini di speranza attraverso il servizio. Una breve riflessione biblica sul “servire nella chiesa” introduce i lavori di gruppo in stile sinodale. Al termine degli incontri, da questi quattro luoghi ci avviamo verso la cattedrale dove alle 18 il cardinale Betori presiede la Messa di apertura dell’Anno pastorale con il Mandato agli animatori pastorali».
Perché è importante ritrovarsi, a livello diocesano, per momenti comuni come questo?
«Le nostre comunità sono la linfa vitale della Chiesa, ma sono parte della Chiesa. Ovviamente questo si sa, nessuno è autoreferenziale, ma ogni tanto c’è bisogno anche di rendere visibile ciò che è sottinteso. Il riunirsi dei giovani alla Gmg ha dato a loro una consapevolezza della bellezza della Chiesa che va molto oltre le pur belle e significative esperienze limitate alle comunità di origine. Così anche in questo caso parroci e fedeli riuniti attorno al loro pastore, il vescovo, all’inizio dell’anno pastorale per ricevere il mandato a compiere il loro servizio, si sentono abbracciati e incoraggianti dalla Chiesa che si rende visibile a livello diocesano».
Lo sguardo sarà al Giubileo del 2025, che avrà per tema «Pellegrini di speranza». Un appuntamento che ci proietta verso quella “Chiesa in uscita” che ci chiede papa Francesco?

«L’obiettivo di papa Francesco e della Chiea intera per il Giubileo 2025 si può rendere chiaro con questa frase della Preghiera eucaristica V/IV: “la tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, perchè tutti gli uomini si aprano a una speranza viva”».
Alla giornata ci sarà spazio anche per le comunità etniche di religione cattolica presenti a Firenze: una bella occasione per vedere come l’universalità della Chiesa si manifesta anche nei nostri territori.
«Le comunità migranti da tempo fanno parte della nostra comunità ecclesiale dando il loro contributo con le loro tradizioni e la loro specifica spiritualità. Inoltre nelle nostre parrochie aumenta sempre più il numero di catechisti, animatori, ministri e lettori che provengono da queste comunità etniche cattoliche presenti a Firenze. La loro presenza rende Firenze sempre più “cosmopolita”, “internazionale” cioè cattolica nel senso etimologico della parola, come la sognava il “sindaco santo” Giorgio La Pira».
Per i giovani, la Gmg di Lisbona è stato un momento entusiasmante: sarà un’occasione anche per loro per ritrovarsi, ascoltare le testimonianze di chi era a Lisbona e magari trasmettere a tutti la voglia di “alzarsi e andare”, come chiede il Papa.
«Il grande successo della Gmg, e l’entusiasmo dei giovani attorno al Papa si trasformano in una responsabilità a non perdere questa ricchezza ma al contrario e metterla a frutto. Anche qui le coordinate ce le dà papa Francesco che a Firenze per incoraggiarli disse ai giovani: “Nessuno disprezzi la vostra giovane età.. […] Non guardate dal balcone la vita ma impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico”».