Pisa
Pisa si prepara ad accogliere il vescovo Saverio Cannistrà
Domenica l'ordinazione episcopale e l'inizio del ministero pastorale in diocesi

In un tempo sospeso tra il ricordo di papa Francesco (di cui si sono celebrate le esequie sabato scorso) e l’attesa del suo successore (il Conclave per la sua elezione è convocato per mercoledi 7 maggio), la Chiesa pisana si prepara ad accogliere il suo nuovo arcivescovo: padre Saverio Cannistrà sarà ordinato vescovo nella cattedrale dedicata a santa Maria Assunta nel pomeriggio di domenica 11 maggio. E, subito dopo, inizierà il suo ministero pastorale.
66 anni, carmelitano scalzo, originario di Catanzaro, padre Saverio conosce Pisa già piuttosto bene: qui è arrivato per studiare all’università statale e alla Scuola Normale superiore. Qui ha iniziato il suo discernimento vocazionale nel convento di San Torpé. Qui è stato ordinato presbitero il 24 ottobre del 1992. E qui, nel recente passato, è tornato per un anno dopo la sua lunga esperienza di preposito generale dell’ordine, che lo ha portato in giro per il mondo per servire quattromila religiosi e oltre diecimila religiose carmelitane a lui «affidati». Prima di essere richiamato a Roma, dove, fino a oggi, ha prestato servizio nella comunità di San Pancrazio gestita dai carmelitani scalzi, come formatore dei giovani carmelitani dell’Italia centrale e collaboratore del parroco padre Angelo Campana.
Non è un caso, dunque, se la lunga giornata dell’insediamento di padre Saverio Cannistrà inizierà proprio nel convento carmelitano di San Torpé, dove il vescovo eletto riceverà i giovani della diocesi, sottoponendosi alle loro domande. «Mi è stato proposto di farlo e ho accettato con entusiasmo – confida a Toscana Oggi- Non tanto perché è bello e gratificante stare con i giovani, ma perché è esigente: ti mette di fronte alla responsabilità di essere padre per loro, di ascoltarli, capirli e di trasmettere loro ciò che tu hai ricevuto. Insomma, non ho scelto i giovani perché sono belli, ma perché sono scomodi».
Poi i giovani lo «scorteranno» – attraverso via Cardinal Maffi – fino a piazza dei Miracoli, dove incontrerà le autorità civili e militari. Infine l’ingresso in Cattedrale. Sarà il suo predecessore, l’arcivescovo emerito Giovanni Paolo Benotto il primo a imporre le mani sul suo capo e a recitare la preghiera di ordinazione.
Scelto il motto e lo stemma episcopale: «Tutto è nato dal motto Serva cor tuum, che è una citazione da Proverbi 4,23 . “Più di ogni cosa degna di cura custodisci il tuo cuore, perché da esso sgorga la vita”. È un versetto su cui da tempo mi aveva fatto meditare una riflessione di Dietrich Bonhöffer, che si trova nella lettera scritta nel 1944 dal carcere per il battesimo del figlio del suo più caro amico. Il riferimento al cuore come fonte della vita e la necessità di custodirlo per salvare la nostra anima dal caos (come dice appunto Bonhöffer) si è incrociato con i miei punti di riferimento carmelitani: l’anima come castello interiore di santa Teresa e la fonte nascosta della poesia di Giovanni della Croce. Da lì è nato lo stemma, come una sorta di commento carmelitano per immagini al versetto biblico».