Lettere in redazione

Pistelli e l’eurovoto sulle staminali

Caro Direttore,apprendiamo che al parlamento europeo la mozione che prevede i finanziamenti per la ricerca sulle cellule embrionali è passata per solo tre voti. A sorpresa si è formato un gruppo trasversale comprensivo della maggior parte degli europarlamentari verdi e della sinistra scandinava.Questo dimostra che la difesa della vita umana non è un valore esclusivo dei cattolici. Quindi i parlamentari della Margherita, eletti col voto determinante dei cattolici, dovrebbero avere un po’ più di coraggio almeno quanto quello dei loro colleghi diessini Mussi e Pollastrini che su questi temi vanno dritti per la loro strada senza porsi problemi di collegialità.Simone Hegart

Ho appreso con amarezza e sorpresa che l’on. Lapo Pistelli ha votato a favore della proposta di «liberalizzare» la ricerca sugli embrioni nella recente votazione al Parlamento Europeo. Non capisco francamente che cosa possa aver portato un parlamentare cattolico, formatosi allo scuola lapiriana a votare una proposta del genere. Non è stata certo questione di schieramento, dato che molti parlamentari del suo gruppo hanno votato a favore della tutela della vita umana e in particolare la maggioranza dei suoi colleghi della Margherita.

Pistelli si è trovato a fianco dei radicali e, tanto per dire, di Romagnoli della Fiamma Tricolore (complimenti alla destra dei valori…) e di molti conservatori britannici.È doveroso che Pistelli (che anni fa ho avuto modo di conoscere e stimare) spieghi ai suoi elettori e alla opinione pubblica toscana i motivi di una scelta che mi pare francamente sconcertante. Non intendo certo promuovere la sua scomunica o bruciarlo sulla pubblica piazza come eretico, tuttavia mi pare incredibile che un uomo politico che si è sempre richiamato ai valori del cattolicesimo democratico se ne distacchi in modo tanto clamoroso su una questione certamente determinante come quella delle tutela dell’embrione; basta ricordare la ferma opposizione di La Pira all’aborto e i forti interessi del «business» farmaceutico sulla materia, favoriti dalla sciagurata votazione dell’Europarlamento.Renato LupariniLivorno Il Parlamento europeo, approvando la proposta di concedere finanziamenti comunitari alle ricerche sulle cellule staminali embrionali, ha ancora una volta imboccato una strada che allontana la Comunità europea dai valori su cui la vollero costruire i Padri fondatori. È – lo diciamo con dispiacere – un’Europa in cui, come cristiani, è sempre più difficile riconoscersi.La decisione però – e questo è un segno positivo – è passata di misura con il voto contrario del Partito popolare europeo, ma anche di alcuni esponenti dei Verdi e di molti «laici» a dimostrazione che certi valori trovano un consenso diffuso e trasversale agli schieramenti.I deputati italiani della Margherita hanno espresso anch’essi voto contrario, con tre eccezioni, tra cui quella del capogruppo Lapo Pistelli, decisione che ha suscitato notevole disorientamento perché su decisioni così rilevanti sul piano etico i cattolici dovrebbero essere uniti. Appropriate quindi, e largamente condivisibili, sono, a nostro parere, le sue osservazioni, caro avv. Luparini, anche perché espresse con tanta pacatezza, come è giusto chiedere all’on. Pistelli nell’ottica di un giusto rapporto tra eletti ed elettori: «di spiegare i motivi di una scelta che pare francamente sconcertante». Per parte nostra giriamo la richiesta a Lapo Pistelli che sappiamo lettore attento del Settimanale, anche se, per la verità, egli ha fornito dei chiarimenti sul sito internet di Input (www.inputfirenze.it).Ci sembra comunque che su temi tanto delicati, perché delineano il volto di una istituzione, ogni ulteriore approfondimento non possa essere che positivo.

La replica di Pistelli