Toscana

Pistoia, la chiesa della SS. Annunziata torna a risplendere

Il maxi intervento ha interessato la messa insicurezza di tutte le copertura del complesso parrocchiale, oltre 1.500 metri quadri, il consolidamento del campanile ed il recupero della facciata principale. La copertura della chiesa, chiusa del 2013, quando i Padri Serviti dopo oltre settecento anni hanno lasciato Pistoia, presentava infatti gravissimi problemi di infiltrazione ed alcune parti strutturali risultavano parzialmente crollate. Anche il campanile minacciava il crollo e la parte sommitale presentava una copertura totalmente compromessa ed un preoccupante quadro fessurativo.

Sono state completamente consolidate e restaurate le 12 capriate “monumentali”, le più antiche risalenti almeno parzialmente, all’originale impianto della chiesa, coperta nel 1274, altre dalla ricca e colorata decorazione realizzate nel corso dell’ampliamento del secolo XV. Tutti i manti di copertura del complesso parrocchiale sono stati ripristinati nella piena efficienza. Il campanile ha oggi una nuova copertura le strutture murarie sono state completamente consolidate e restaurate. La facciata Settecentesca opera del architetto pistoiese Gatteschi ha ritrovato l’originale bicromia e finalmente la croce in ferro battuto, caduta nel 2014 è finalmente tornata al suo posto.

«Questo bellissimo lavoro di recupero – afferma monsignor Tardelli – consegna alla città uno spazio di grande fascino e storia, oltre che riportare a nuovo una parte importante della storia della chiesa di Pistoia che rischiava di essere dimenticata. Gli ampissimi spazi della chiesa che oggi tornano a nuova vita, potranno essere oggetto di idee e progetti per il loro sfruttamento. Un ringraziamento particolare – annota Tardelli – va all’impegno del parroco, don Luca Carlesi, e all’equipe di professionisti che hanno reso possibile il restauro. Un grazie anche alla fondazione CARIPT ha partecipato a questo progetto con convinzione e con un contributo davvero generoso.

«Preservare il patrimonio culturale e artistico del nostro territorio – sottolinea il presidente di Fondazione Caript Lorenzo Zogheri – è da sempre uno dei nostri impegni più importanti. È, dunque, motivo di grande soddisfazione avere contribuito in modo significativo al recupero di una chiesa le cui origini risalgono al XIII secolo e al cui interno sono conservate preziose opere d’epoca barocca. Abbandonare a sé stessa una chiesa così bella, inoltre, vista la sua collocazione, avrebbe significato impoverire tutto il centro storico di Pistoia».

Il progetto, supervisionato dall’ing. Paolo Bellezza per conto della Diocesi, è stato redatto dall’arch. Simone Martini in collaborazione con l’ing. Michele Vienni. Dopo l’affidamento dei lavori, all’A.T.I. Ires Spa Costruzioni e Restauri – RAM Restauri Artistici e Monumentali di Fabio Mannucci snc, il gruppo di progettazione e lavoro si è arricchito della collaborazione della dott.sa Linda Cocchi, arch. Jacopo Mannucci, ing. Leonardo Paolini, dott. Mario Moschi, dei restauratori Paola Irrera e Massimo Innocenti e capo cantiere Luigi Giuliani. L’alta sorveglianza è stata garantita dai funzionari della Soprintendenza arch. Sergio Sernissi e dott.sa Vanessa Gavioli.

L’intervento è stato commissionato dalla Parrocchia del Centro Storico e dalla Diocesi di Pistoia, ed è stato oggetto di un importante contributo da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia. Il cantiere è stato menzionato dalla Soprinetendenza come esempio di particolare valore per le tecniche di restauro e per l’approccio metodologico all’intervento, ed a trovato riconoscimento, con un saggio dedicato, nella pubblicazione “Tutela & Restauro 2020” curata dal Ministero della Cultura.

Oggi la struttura riapre le sue porte alla città, e già domenica 27 marzo sarà possibile visitarla grazie alla partecipazione alle giornate del FAI.

CENNI STORICI

Fondata nella seconda metà del Duecento dall’ordine dei Servi di Maria, la Chiesa fu completata alla fine del secolo successivo, quindi rimaneggiata durante il Quattrocento e, più radicalmente, in epoca barocca, fra Seicento e Settecento. All’interno sono conservate numerose opere pittoriche, affreschi e tele, di varie epoche storiche, fra cui una Natività di Lodovico Cardi detto il Cigoli. Alla chiesa sono annesse altre strutture, quali un chiostro del Trecento rimaneggiato in epoche successive, un oratorio e un convento di fondazione cinquecentesca. La fabbrica della chiesa fu iniziata nel 1269-1270 su terreno acquistato dalla nobile famiglia pistoiese Cancellieri, in località detta Poggio, fuori delle mura cittadine (da qui il primo nome di Santa Maria del Poggio). Fu terminata nell’anno 1393 nella sua grandiosa mole (47 metri di lunghezza, 14 di larghezza e 16 di altezza) e nella semplicità dello stile trecentesco. Subì una trasformazione durante il Seicento e il Settecento secondo il gusto barocco, che apportò il ricco ornamento di stucchi e di dorature. Della primitiva struttura resta solamente il soffitto a cavalletti, ben conservato anche nella sua originale decorazione pittorica del Quattrocento, e il campanile quadrilatero alto 27 metri con quattro finestre gotiche. Le campane furono rifuse da Giovanni Battista Cari e fratelli pistoiesi nel 1794. Nel 1915 la chiesa subì un notevole restauro che ne modificò in parte l’interno e gli edifici di pertinenza, come il chiostro e il convento. Anticamente la chiesa presentava una grande semplicità architettonica. Nelle maestose pareti laterali, reggenti il soffitto a cavalletti dipinti, si internavano piccoli altari con relativi quadri fatti da esimi artisti, come fu riscontrato nei restauri fatti nel 1915 all’altare dell’Assunzione, dove rimane ancora sotto il quadro recente una fascia di pietra sagomata con scritta d’oro.

All’interno, la chiesa della Santissima Annunziata è costituita da un grande ambiente con quattro altari di legno dorati nelle pareti di destra e di sinistra; due altari con stucchi dorati in fondo di chiesa; due cappelle laterali all’altare maggiore in via di ripristino dalle antiche linee; due ordini di figure a fresco attorno a tutta la chiesa, circondati da ornamenti in stucco e intramezzati da grandi croci pure in stucco dorato, ricordanti la consacrazione della chiesa fatta nel 1573 dal mons. Feliciano Capitoni Servita vescovo di Avignone. Gli affreschi dell’ordine superiore, rappresentanti 16 Santi e Beati dei Servi di Maria, e fra questi quelli di quattro Beati pistoiesi, sono dipinti dal pistoiese Nicola Manetti; quelli dell’ordine inferiore da Giovanni Domenico Ferretti.