Vita Chiesa
Politica: card. Bassetti, “è necessario l’impegno dei cattolici per dare un nuovo significato alla nostra società globalizzata e nichilista, indifferente e individualista”

Bassetti ha denunciato come “spesso assistiamo ad antropologie che non riescono a fare i conti con la persona concreta, storicamente segnata, costitutivamente relazionale e bisognosa dell’altro”: “Ci si dipinge onnipotenti, abili risolutori di ogni questione, ciechi confidenti nella tecnocrazia, idolatri del denaro in campo economico, egocentrici e forti delle proprie certezze. È bastato un virus invisibile a spazzare molte illusioni”. “La tentazione di non pensarsi in relazione finisce per sposare derive utilitaristiche, che fanno dei poveri ‘vite di scarto’, che vedono nella disabilità e nella debolezza un inutile peso, che sostituiscono alla giustizia del lavoro per tutti l’assistenzialismo filantropico”, il monito del presidente della Cei, secondo il quale “il quadro antropologico è fondamentale per abitare un cambiamento d’epoca capace di salvaguardare la dignità della persona”. “Ai cattolici italiani è dunque chiesto uno sguardo a 360 gradi che chiama in causa alcuni binomi fondamentali”, la tesi di Bassetti, che li ha elencati nel dettaglio: “Cultura e formazione, per una piena, non superficiale, vera comprensione del tempo presente e delle sfide che lo caratterizzano; solidarietà e sussidiarietà, principi della Dottrina sociale che possono aiutare a modellare una società più giusta, equa e moderna; diritti e doveri, che sempre devono procedere di pari passo, così che gli uni e gli altri promuovano un senso comunitario improntato al rispetto reciproco, alla responsabilità collettiva, al bene pubblico in sintonia con la promozione di ogni vita umana”. “È necessario l’impegno dei cattolici per dare un nuovo significato alla nostra società globalizzata e nichilista, indifferente e individualista”, ha ribadito il cardinale: “Accanto alla necessità morale di ricostruire ciò che è distrutto, c’è un’urgenza spirituale di ricucire ciò che è sfilacciato e un dovere sociale di pacificare ciò che è nella discordia. Quello che serve, a mio avviso, è la cultura del ‘pane e della grazia’, come avrebbe detto La Pira, per dare vita a una società nella quale a tutte le creature venga assicurata una vita dignitosa, ma le cui fondamenta siano saldamente radicate nella Grazia di Cristo”.
“Siamo in una stagione nella quale avvertiamo l’esigenza della concordia, di un dialogo che sappia abbattere i muri delle divisioni, recuperando uno spirito costruttivo di cui il nostro Paese ha immenso bisogno”, la tesi del presidente della Cei: “Necessitiamo pertanto di un’agenda che contempli al primo posto la cultura della vita, da accogliere, tutelare, curare, accompagnare in ogni sua stagione; dobbiamo ugualmente porre in primo piano la famiglia, che richiede scelte coraggiose atte a favorire la formazione dei nuovi nuclei, a sostenere i redditi più bassi, a promuovere una conciliazione tra la dimensione professionale e quella domestica. C’è bisogno di una scuola accogliente per i nostri ragazzi, di lavoro per i giovani, di efficaci tutele per le donne, di un welfare in grado di tendere la mano a tutti i soggetti fragili. Occorre dare una nuova centralità, infine, ai poveri, agli emarginati e agli sfruttati”. “Sappiamo che le preoccupazioni e le necessità del momento sono infinite, ma non possiamo fare dei passi indietro”, ha osservato Bassetti, esortando ad adottare lo sguardo del Buon Samaritano, che sa “accompagnare la vita in tutte le sue fasi, anche nella sofferenza estrema, e non procura mai la morte”.