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PRATO, MORTE DEL RAGAZZO IN GITA CON LA PARROCCHIA: LA DIOCESI CHIARISCE SU ALCUNE INESATTEZZE RIPORTATE DALLA STAMPA

In merito alle ricostruzioni riguardanti la morte del ragazzo sul monte della Retaia fatta dagli organi di stampa, ieri sulle pagine dei siti web e in televisione, e questa mattina sui quotidiani, la Diocesi di Prato tiene a fare alcune precisazioni. La triste vicenda che ha riguardato la gita dell’oratorio parrocchiale di San Martino a Paperino purtroppo è stata riportata in alcuni casi in modo errato e distorto.

Don Carlo Gestri, parroco di Paperino, presente ieri alla escursione, molto scosso dall’accaduto non vuole rilasciare dichiarazioni ma ha spiegato le esatte dinamiche della vicenda. Pertanto la Diocesi tiene a precisare che la gita prevedeva un cammino di poche ore lungo un percorso conosciuto, non solo dagli animatori responsabili del gruppo, ma anche dai bambini e ragazzi partecipanti. Negli anni scorsi infatti la quasi totalità aveva partecipato ad una escursione con lo stesso percorso di quella organizzata nella giornata di ieri.

La gita sul monte ha avuto la sua partenza dai Cappuccini. Tutti erano equipaggiati, con acqua, pranzo al sacco e berretto, secondo le istruzioni richieste dagli animatori nei giorni scorsi. La sosta per il pranzo, dopo una prima a Casa Bastone, era prevista a Cavagliano, località dove ci sono case abitate e la possibilità di dissetarsi ad una fontana. Infatti quando il gruppo ha raggiunto tale luogo tutti hanno riempito borracce e bottiglie e si sono dissetati. Nessuno dunque era disidratato.

Il percorso è stimato in poche ore e il programma prevedeva di compierle nell’arco di una intera giornata. Il tratto che tutti hanno percorso fino a che la gita non è stata interrotta per il tragico evento, era per la maggior parte riparato e ombreggiato. La giornata di ieri inoltre aveva il cielo velato. Il sito della Provincia di Prato stima il tratto da Bifolchi a Casa Bastone in soli ’45 minuti e lo classifica come «facile».

Il ragazzo di undici anni, F.L., che è morto tragicamente in seguito ad arresto cardiaco, si è sentito male a poca distanza da Cavagliano, all’altezza del bivio tra i sentieri segnati Cai 20 e 28. Il ragazzo non ha accusato alcun malore fino a quel punto della camminata. È falso dunque, come riportato da alcuni quotidiani, che il ragazzo avesse detto o mostrato di sentirsi male in altri tratti del percorso. Ed è importante sottolineare che nessun altro ragazzo si è sentito male.

Improvvisamente, alle 12,45, il ragazzo ha mostrato segni preoccupanti di sofferenza e l’animatrice che si trovava con lui, persona che ha frequentato un corso di primo soccorso e dunque capace di apportare un primo intervento, ha chiamato il 118. Contemporaneamente ha prestato i primi soccorsi. Il parroco, che si trovava alla testa della fila, ha immediatamente raggiunto il ragazzo. Già nella prima chiamata al 118 l’animatrice ha chiesto l’invio di un elicottero, visto che si trovavano a mezza costa sul monte. Nel frattempo il resto del gruppo ha raggiunto Cavagliano.

Prima dell’arrivo dell’elisoccorso dei Vigili del Fuoco e del medico insieme ai volontari Vab arrivati via strada, sono state fatte quattro telefonate con richiesta di aiuto al 118 e una ai Pompieri. I soccorsi sono stati prestati alle 14,30, un’ora e mezzo dopo la prima chiamata.

Questa mattina il vescovo Gastone Simoni, insieme al parroco don Carlo Gestri, a seguito di una mobilitazione spontanea, si sono ritrovati nella chiesa di Paperino in preghiera per la famiglia. Tutti i genitori presenti hanno espresso solidarietà al parroco agli animatori.