Prato
Prato, sabato primo febbraio la città consegna il Premio Santo Stefano a tre aziende
La cerimonia si svolgerà all'Auditorium della Camera di Commercio e inizierà con un dialogo tra vescovo, sindaca e presidenti delle istituzioni cittadine sul tema del lavoro in città.

Sabato primo febbraio Prato consegnerà il Premio Santo Stefano a tre aziende. Nell’auditorium della Camera di Commercio è in programma la quindicesima edizione del riconoscimento che la città conferisce a quelle realtà industriali del proprio distretto, non solo tessile, capaci di affermarsi in modo etico e nel pieno rispetto delle regole e dei diritti dei lavoratori.
Come annunciato dal vescovo Giovanni Nerbini al termine della solenne concelebrazione nel giorno del patrono, lo scorso 26 dicembre, il Premio Santo Stefano quest’anno è andato a Bartolini srl, Lyria e Macoev, due aziende del comparto tessile e una impegnata nel settore delle nuove tecnologie.
Il Premio Santo Stefano nacque quindici anni fa, su intuizione di Giovanni Masi, conosciuto in città come il «cenciaiolo di Vergaio», promotore di tantissime iniziative, e del vescovo di allora, monsignor Gastone Simoni, per rendere omaggio e valorizzare le tantissime aziende pratesi di successo e di farlo in un momento nel quale il distretto veniva «morso» da una difficile crisi economica. È un riconoscimento corale perché a promuoverlo e istituirlo sono Diocesi, Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Camera di Commercio di Pistoia e Prato, Comune di Montemurlo.
In quindici edizioni il Premio, chiamato anche Stefanino d’oro, è andato a 54 aziende del distretto produttivo di Prato. Di queste, 35 sono del comparto tessile, mentre le altre sono impegnate in diversi settori: alimentare, edile, elettronica e hi-tech, cosmetico e meccanico.
Hanno detto. «Qest’anno ci sono arrivate ottantanove segnalazioni per candidare ventisette aziende – dice Gabriele Bresci, segretario del comitato promotore del Premio –, tutte sono state prese in considerazione e vagliate dal comitato di valutazione, e dopo un lavoro di scrematura sono state le istituzioni cittadine a scegliere i nomi dei vincitori». Bresci presenta inoltre la novità di questa quindicesima edizione: «non abbiamo voluto chiamare un ospite esterno, negli anni abbiamo avuto studiosi, industriali e ministri, questa volta abbiamo voluto dare voce ai promotori del Premio. Sabato mattina Vescovo, Sindaca e i Presidenti delle istituzioni cittadine non saranno chiamati a fare i soliti saluti istituzionali, ma li coinvolgeremo in un dialogo tra loro, un talk sul tema del lavoro a Prato, parleranno del nostro distretto e del significato dello Stefanino».
Dalila Mazzi, presidente della Camera di Commercio di Pistoia e Prato, ribadisce l’importanza del Premio Santo Stefano, perché «valorizza la vera anima di Prato: una città in cui esistono imprese che sono eccellenze, realtà che non sono solo esempi da seguire, ma il motore di quel cambiamento positivo che vogliamo vedere nella nostra città e mostrare al mondo. Lo Stefanino – aggiunge Mazzi – non è solo un riconoscimento del merito imprenditoriale, ma un invito rivolto a tutti noi a costruire insieme un futuro migliore, una Prato migliore, quella capace di innovare senza mai perdere di vista i valori umani, culturali e sociali che da sempre la definiscono».
Di «desiderio di rappresentare un distretto vivo che sa guardare avanti per affrontare le sfide del futuro» parlano l’assessora allo sviluppo economico del Comune di Prato Benedetta Squittieri e l’assessore alla cultura Giuseppe Forastiero, che ha sempre seguito il Premio per conto del Comune di Montemurlo. «Lo Stefanino d’oro è un momento di consapevolezza – osserva Forastiero – è la necessità di raccontare chi siamo e cosa facciamo. Ovvero un distretto che sa stare sul mercato e che fa un grandissimo lavoro per la sostenibilità ambientale». Squittieri sottolinea come non si voglia fare una mera «autocelebrazione», ma «la narrazione di una realtà che riesce sempre a stupirci per la forza e la capacità di andare avanti».
La presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato Diana Toccafondi afferma che in città «si sta stratificando la consapevolezza che questo premio è importante. Posso testimoniare il grande lavoro svolto dalla commissione esaminatrice, perché si mette in discussione e si chiede come dare un senso alla trasformazione della nostra realtà. L’immagine del distretto che restituiamo non è un make-up, ma le tante cose buone che vengono fatte con impegno e con il genio».
«La Provincia di Prato è tra gli enti promotori del Premio Santo Stefano e, a distanza di quindici anni dalla sua fondazione, crede ancora con forza nel valore di un riconoscimento che premia l’eticità delle aziende del distretto – dichiara il presidente Simone Calamai –, soprattutto in questo momento di crisi, è importante dare valore a quelle aziende che lavorano nel rispetto delle regole, dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Come istituzioni, attraverso il premio Santo Stefano, ribadiamo il nostro impegno per la legalità».
Lo Stefanino 2024-2025 dedicato all’ingegno pratese e al Giubileo
Come lo scorso anno, anche per la quindicesima edizione dello Stefanino d’oro i premi sono stati realizzati dal vicario generale della Diocesi di Prato monsignor Daniele Scaccini. Questo sabato, primo febbraio, gli Stefanini saranno consegnati alle tre aziende vincitrici: Bartolini srl, Lyria e Macoev.
I premi 2024-2025 sono dedicati all’ingegno e al Giubileo. Al centro dell’opera c’è la spola, classico simbolo dell’industria pratese, all’interno c’è della lana colorata e intorno partono delle «vele» con i colori del Giubileo (giallo, rosso, verde e blu) che rappresentano l’apertura al mondo delle nostre aziende. Alla base ci sono i sassi del martirio del patrono Santo Stefano. Una coccarda blu e rossa rappresenta la città di Prato. Oltre al tessuto, la presenza del metallo sta a significare la diversificazione del distretto industriale pratese. Monsignor Scaccini è laureato in architettura, è un ottimo disegnatore e in gioventù amava dipingere, attualmente ricopre anche l’incarico di direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali. «Ho voluto rappresentare una realtà che avvolge e si proietta verso il futuro, nel segno della speranza, come ci chiede questo anno giubilare, e della fiducia. Ho voluto rendere omaggio all’imprenditorialità pratese che sa guardare al mondo e che sempre si rinnova», conclude mons. Scaccini.
La cerimonia integrale viene trasmessa su Tv Prato domenica 2 febbraio alle ore 21,05.