Italia

Presidente della Repubblica: Tarquinio (Avvenire), «c’è spazio per un cattolico»

“Qualcuno – continua Tarquinio – può dubitare, forse, che la tradizione del cattolicesimo politico abbia dato a questo Paese figure di estremo rilievo? La fondazione della nostra Repubblica, poi, non è frutto potente della cultura politica dei cattolici?”. Dunque, per Tarquinio, non può “esserci un ‘partito preso’ che escluda una figura che si riferisca alla cultura cattolica, per un ruolo di così importante garanzia”. La scelta è quanto mai delicata: “Se fosse una figura palesemente figlia solo di giochi politici, sarebbe una contraddizione! Rispetto a questo, penso che la classe politica pagherebbe un alto prezzo nei confronti dell’opinione pubblica, già scettica e un po’ disgustata a tratti”. Comunque, il nuovo “sarà un presidente che dovrà necessariamente accompagnare la fase del riequilibrio, della riforma di un sistema che è palesemente logorato in alcune parti, che ha un patrimonio da preservare, che è il sistema dei valori, che costituiscono le fondamenta della nostra Carta Costituzionale e del vivere e convivere civile degli italiani”.

“I cattolici – prosegue Tarquinio – possono fare una cosa molto grave, in questo frangente: potrebbero giocare, nel nome di piccole fazioni, contro uno di loro. È già accaduto nelle vicende delle elezioni al Quirinale, è accaduto per tutti i vent’anni della cosiddetta Seconda Repubblica. Credo che sarebbe un pessimo inizio del tempo nuovo, se si riproducessero questi vizi!”. Ma, sostiene il direttore di “Avvenire”, “ho molta fiducia, perché penso nel cattolicesimo politico, quello che già vediamo sulla scena, quello che può contare nella straordinaria vitalità dell’impegno sociale dei cattolici, un giacimento di valori e di energie che sono una vera riserva del nostro Paese. C’è bisogno di spenderla e investirla, perché questo è un Paese che ha bisogno di rimettersi in moto con slancio”. D’altra parte, “i cattolici non sono mai stati così attenti alle nuove povertà, alle difficoltà, alle opportunità, che nel nostro Paese è necessario e possibile cogliere, e non sono stati mai così scettici nei confronti della politica. C’è bisogno di un cambio di passo”. Allora, “la scelta di un presidente della Repubblica all’altezza può aiutare a credere che questo sia possibile. Io me lo auguro, perché penso che sia anche necessario: l’Italia è un Paese che senza un laicato cattolico impegnato nel sociale è più povero e meno lucido nelle scelte che bisogna fare per il domani”.