Toscana
Prunetta, 11 pietre d’inciampo per ricordare due famiglie sterminate dai nazisti
Domenica 7 settembre sarà presente l’unico sopravvissuto della famiglia Fiser, Massimiliano: aveva pochi mesi quando i suoi vennero arrestati. Un ricordo particolare anche per una sopravvissuta, Giuseppina Ambron, zia materna di Vittorio Gassman

Giornata importante per Prunetta, domenica 7 settembre. Una pubblica cerimonia ricorderà due famiglie di religione ebraica (le famiglie Fiser e De Cori) deportate, nel 1944, da questa parte di Montagna Pistoiese verso la tragica destinazione dei campi di sterminio.
Saranno collocate 11 pietre d’inciampo e alla cerimonia è stato invitato un membro della famiglia di Vittorio Gassman: una fra le donne che qui avevano trovato rifugio, la signora Giuseppina Ambron, era infatti zia materna del grande artista che qualche volta, quando si esibiva al Manzoni di Pistoia, era solito salire al cimitero di Prunetta.
Sarà presente, con la famiglia, anche Massimiliano Fiser: nato il 6 settembre 1943, al momento dell’arresto dei suoi aveva pochi mesi ed è l’unico superstite di quella tragedia. Vive a Torino dove esercita la professione di commercialista.
La lapide della signora Giuseppina, sopravvissuta al lager e morta negli anni Cinquanta, è stata di recente recuperata in seguito ai lavori di spostamento del cimitero.
La cerimonia avrà luogo a Prunetta dalle ore 16:00 presso il giardino della Memoria, lo spazio che fino a qualche anno fa ospitava il vecchio cimitero.
L’iniziativa è originata da un libro scritto dal prof. Andrea Lottini (“Vite sospese. Memorie e storie della Shoah nel pistoiese”). Ha il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Pistoia e Comune di San Marcello Piteglio, si svolge con il contributo del Consiglio Regionale della Toscana ed è organizzata dalla locale Proloco.
Le pietre d’inciampo “ufficiali”, collocate su piazze e marciapiedi, sono piccole targhe in ottone ideate su iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demning, Sopra ogni targa è inciso il nome della persona deportata, la data di nascita, la data e il luogo dell’arresto, la data e il luogo della morte (se conosciuta).
L’obiettivo, “inciampando” in tali pietre, è mantenere via la memoria delle vittime della Shoah e invitare a fermarsi per riflettere sulle sofferenze imposte dalla follia umana. La cerimonia, aperta dagli interventi del sindaco Luca Marmo e del consigliere della Proloco Michele Chiappini, ha carattere pubblico.