Livorno

Quando “giorcare” diventa una malattia

Iniziare a giocare, scommettendo sulla partita o sul cavallo vincente, oppure provare la sorte alle slot machine installate dentro ricevitorie, tabaccai e bar, per più volte al giorno, finché non diventa una necessità, finché il gioco non diventa compulsivo, ed è difficile tornare indietro: quello che sembrava essere un semplice vizio diventa un “disturbo”, una “malattia”. Ma, pur nascendo e sviluppandosi oggi con dinamiche originali, non è un problema nuovo. «Il fenomeno della cosiddetta “ludopatia” è tutt’altro che recente – spiega Mauro Pini, psicologo del Ser.T. di Livorno e referente del problema per il territorio – sin dall’antichità è esistito il “gioco d’azzardo”. Anche nell’Inferno Dante pone gli “scialacquatori” nel secondo girone del settimo cerchio. Nel corso dei secoli, da condannati in quanto peccatori per il vizio, sono diventati dei malati cronici. Negli Stati Uniti già da decenni la comunità scientifica affronta lo studio sistematico di questa patologia; in Italia abbiamo cominciato negli anni Ottanta, e la delega, non l’obbligo, per i Ser.T. di occuparsi del problema è arrivata intorno al Duemila con prime normative apposite, fino al Decreto “Balduzzi”, che detta regole più precise in merito. Lo stesso nome “ludopatia” è un neologismo che non trova d’accordo tutti gli studiosi del campo, in quanto il “gioco”, (ludum), nel senso più ampio del termine, è un’attività, fisica o mentale, che comporta la nascita di spazi di crescita del singolo individuo: come può quindi  diventare una malattia?»Purtroppo è molto difficile, allo stato attuale della ricerca scientifica, poter inquadrare le origini di una tale patologia, le cui cause possono essere molteplici. «Fondamentalmente è un disturbo del controllo degli impulsi, ed è trattata come una dipendenza equivalente alle altre più classiche (tabacco, droga, alcool). Varie scuole di pensiero tendono a studiare le sue origini da un punto di vista genetico dell’individuo, ma non si può certo tralasciare l’ambito sociale che lo circonda.» Oggi infatti varie forme di insicurezza indeboliscono psicologicamente le persone, anzitutto la preoccupazione legata alle difficoltà economiche, a cui si aggiungono spesso problemi in famiglia. E, in una situazione psicologica fragile, è possibile riversare sul gioco illusioni e aspettative impossibili, soprattutto adesso che il fenomeno dei “giochi on-line” è maggiormente diffuso e peggiorativo della situazione: c’è il rischio di un eccesso di “individualismo”, di isolamento della persona. «Purtroppo i danni provocati da chi soffre di “ludopatia” sono molti, a cominciare dal rapporto con i parenti per arrivare alla perdita del lavoro per dedicarsi al gioco: così facendo viene meno la fonte di sostentamento per sé e per i propri familiari, i quali hanno serie difficoltà a far smettere il congiunto. La mancanza continua di denaro aumenta l’illusione di poter recuperare tutto con una vincita importante, e si continua a giocare nell’attesa di un recupero che puntualmente non arriva. Purtroppo, nel proseguire senza essere opportunamente seguiti, fa sì che molti cadano nel giro degli usurai per ottenere finanziamenti per giocare.»   Un pericolo sociale che ha fatto registrare, solo nei giochi a premio, circa 80mila persone a rischio “elevato”, 700mila nella fascia “moderata” e altri due milioni in cui potrebbe nascere la patologia, per un giro d’affari totale che ha permesso allo Stato di avere un incasso oltre gli 80 miliardi di euro nell’ultimo anno. Cifre importanti e ottenibili nell’immediato, tanto da incentivare il gioco, ma che, nel lungo termine, porteranno probabilmente ad avere spese maggiori di quanto incassato per la cura dei malati cronici.  «Non si possono comunque fare delle stime certe – continua Pini – perché solo una parte di queste persone si registra per usufruire dei servizi del Ser.T o delle altre associazioni territoriali per guarire. E di questi che si avvicinano per essere curati, la maggior parte sono segnalati dalle proprie famiglie, dalle associazioni, dai circoli, dai medici curanti o dalle parrocchie che frequentano. Quindi è importante stabilire anzitutto quanta sia la volontà, da parte del “paziente”, di farsi curare.» Sul nostro territorio è stata registrata, nell’ultimo anno, una crescita esponenziale del fenomeno; per affrontarla è attiva una rete importante che vede impegnati enti, associazioni e gruppi. «Il migliore approccio che può proporre il Ser.T. non è certo monodirezionale, ma piuttosto di coordinarsi con una rete di servizi, ad esempio con il gruppo di mutuo aiuto dei “Giocatori Anonimi”, ospitato presso l’SVS dal 2005, con la Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura, con la Misericordia e con la Caritas diocesana, con la quale abbiamo dei progetti in fase di sviluppo. Purtroppo è un problema che non possiamo permetterci assolutamente di sottovalutare.»

Rete territoriale per il gioco d’azzardo patologico

U.F.: SER.T ASL 6Servizio TossicodipendenzeVia Tiberio Scali, 11 a LivornoPer appuntamenti dal Lunedì al Venerdì dalle 09.00 alle 13.00I nuovo ingressi si effettuano due volta a settimana ASSOCIAZIONE SAN BENEDETTOVia dell’Industria, 9 a LivornoTel 0586-888101 dal Lunedì al venerdì dalle 9 alle 18e-mail: info@associazionesanbenedetto.orgwww.associazionesanbenedetto.org/associazione_san_benedetto_onlus/GAP.htmlIl programma viene effettuato su invio del Ser.T ASSOCIAZIONE GIOCATORI ANONIMIVia S. Giovanni (presso SVS): tutti i Lunedì e Giovedì dalle 21.00 alle 23.00Per partecipare alle riunioni telefonare al 334-1530525http://www.giocatorianonimi.org ASSOCIAZIONE GAMANONPer familiari o amici di giocatori. Riunioni tutti i Lunedì ore 21.00-23.00: per partecipare telefonare al 328-0980548 (accesso diretto, previo contatto telefonico)www.gamanonitalia.org FONDAZIONE TOSCANA PER LA PREVENZIONE DELL’USURASede di Livorno: presso Misericordia, via Verdi 65 (II Piano), mercoledì, ore 9.00-12.30. Per appuntamento: mercoledì mattina 0586-833422 oppure 333-9787218Accesso direttowww.prevenzioneusuratoscana.it   ORTHOS, programma di psicoterapia intensiva residenzialeIl programma, della durata di tre settimane più verifiche successive, viene effettuato su invio del Ser.T. Altri contatti al 393-9502995www.orthos.biz