Prato

Qui si formano i futuri sacerdoti

Porte aperte al Seminario. Se volessimo riassumere in uno slogan le intenzioni del rettore Daniele Scaccini, questa potrebbe essere la formula più adatta. «Questo è un luogo da riscoprire e da rivalutare e il miglior modo per farlo è quello di entrarci», dice don Daniele.Negli ultimi mesi, le visite da parte di gruppi parrocchiali, specialmente giovanili, di associazioni e delle scuole, è aumentato moltissimo. «E non facciamo vedere loro soltanto gli ambienti – sottolinea il Rettore – facciamo incontri e discussioni, anche alla presenza della comunità». Ovvero dei seminaristi, che quest’anno sono otto. «Un numero molto positivo e significativo – aggiunge don Scaccini – in rapporto alla grandezza della diocesi è uno dei più alti a livello regionale e non solo».Quella pratese è una comunità «eterogenea, sia per età che per provenienza», precisa il Rettore. Gli ultimi arrivati, proprio quest’anno, sono Marco Galgano, 37 anni, già al terzo anno di teologia, e Fulvio Panzi, 44enne che sta frequentando il propedeutico. Entrambi prestano servizio a Santa Maria delle Carceri. Il più «anziano», non di età, ma di presenza, è Marco Degli Angeli, 32 anni, al quinto anno di teologia, impegnato nella parrocchia di Mezzana, che entro l’anno riceverà l’ordinazione diaconale. Il primo del gruppo ad essere ordinato sacerdote sarà, invece, Carlo Geraci, 45 anni, che diventerà prete nei prossimi mesi. Carlo, che fa servizio a Gamberame, viene da una esperienza monastica e ha già la Licenza in teologia. Il più vecchio anagraficamente è Stefano Faggi, 55 anni, al secondo anno di studi, per lungo tempo medico all’ospedale di Prato, che oggi presta servizio in San Domenico e nella basilica di San Vincenzo. Risale al 2011 l’ingresso in Seminario di Michele Di Stefano, 29 anni, al secondo anno di teologia, e Matteo Marconi, 28 anni, al terzo anno di studi. Entrambi sono stati ammessi agli ordini. Il primo presta servizio ai Santi Martiri e il secondo a Tobbiana. Poi c’è Matteo Pedrini, 32 anni, appartenente al movimento dei Ricostruttori nella preghiera, in servizio pastorale a Coiano, che si appresta a ricevere il ministero dell’accolitato.Qual è la giornata tipo del seminarista? «Per prima cosa devo dire che, pur essendoci orari e regole interne, questi ragazzi non sono in “prigione”: – afferma il Rettore – le loro giornate sono scandite dallo studio e dalla preghiera, in prima istanza, e poi ci sono gli impegni pastorali nelle parrocchie dove prestano servizio». Recentemente don Scaccini ha messo mano allo statuto e al regolamento del Seminario, facendo alcune correzioni e piccoli aggiustamenti. Questi testi contengono non solo norme di comportamento, ma soprattutto i principi ai quali si deve ispirare la condotta di chi intende camminare per diventare un futuro sacerdote. E così ci sono indicazioni sul clima, che deve essere impegnato e raccolto, sullo stile, povero in senso evangelico, sulla vita spirituale e l’accompagnamento personale e psicologico. «Fondamentali sono i momenti comuni, – dice ancora don Scaccini – che possono essere di riflessione ma anche di altro tipo. Ad esempio, siamo stati tutti insieme a vedere la mostra Officina pratese a Palazzo Pretorio».Altro capitolo importante è la pastorale vocazionale, attuata in sinergia con altre realtà della diocesi, in particolare con l’apposito centro diocesano. «Lo guardò e lo amò», è il titolo di una serie di incontri dedicati al discernimento che si tengono in Seminario. Il prossimo appuntamento è in programma per sabato 22 marzo. «L’idea è di fare un cammino di conoscenza di sé, alla luce della Parola, ci sarà spazio per la preghiera personale e per l’accompagnamento spirituale», conclude don Daniele.