Toscana

Regione: rimpasto di Giunta, per l’opposizione è «geneticamente modificata»

Piovono critiche dall’opposizione in Consiglio regionale sul rimpasto della Giunta di Enrico Rossi che ha visto uscire Riccardo Nencini e Luca Ceccobao ed entrare Vittorio Bugli e Vincenzo Ceccarelli. Secondo Marco Carraresi (Udc) si tratta di un «rimpasto di Giunta tutto fatto in casa». «Non solo – spiega il consigliere regionale – perché i due neo assessori sono Consiglieri del Pd, ma soprattutto perché il coinvolgimento del Consiglio regionale è stato fino ad oggi pari allo zero. Solo una formalissima lettera inviata alla fine della scorsa settimana da Rossi a Monaci. Francamente troppo poco per un cambiamento in corso d’opera che non può certo essere letto ed interpretato semplicemente come la mera sostituzione di due assessori dimissionari. Tanto più che entrano in Giunta proprio i due esponenti del Pd la cui mancata nomina, tre anni fa, aveva provocato mugugni e proteste a seguito della decisione di Rossi. Adesso sembrerebbe la rivincita di quella parte del Pd a suo tempo escluso dalla spartizione delle ambite poltrone di assessori. Di sicuro c’è una improvviso e pesante modifica degli equilibri interni alla Giunta e sarebbe stato corretto e apprezzabile che, al di là delle interpretazioni e delle letture politiche che ognuno voglia dare, il Consiglio regionale fosse investito, anche con uno specifico momento di dibattito in aula, delle motivazioni e dei programmi che stanno dietro a questa scelta. Non vorremmo – conclude Carraresi – che in realtà le ragioni fossero tutte legate agli equilibri interni al Pd, ragioni che, ovviamente, si preferisce né spiegare né giustificare».

Di «regolamento interno» al Pd parla anche Stefania Fuscagni, consigliere regionale del PdL e portavoce dell’Opposizione. «Al di là della indubbia qualità dei due nuovi assessori – sottolinea – la nuova Giunta Rossi pare geneticamente modificata e la sua ragione di vita sembra essere un regolamento di conti tutto interno al Pd. Il tono basso con cui lo stesso Rossi ha “silenziato” le due nuove entrate sembra esserne la prova così come pare evidente che i problemi della Toscana non siano stati all’origine delle scelte fatte». «Sorprende – continua – la cacciata soffocata nel silenzio dell’Assessore Ceccobao, che certo poco ha fatto per il trasporto pubblico locale ma che pare esser caduto in disgrazia solo dopo lo scandalo senese del Monte dei Paschi di Siena quasi a voler dire che il problema riguarda solo il Pd senese e non quello regionale. Una presa di distanza che ha visto la Giunta Rossi divenire luogo per regolare i conti interni alla partita senese tutta maturata ed esplosa in casa Pd. Sorprende al tempo stesso – prosegue la portavoce – la burocratica informazione mandata al Consiglio regionale e completamente priva di ragioni di tipo politico quasi a conferma che ragioni ve ne sono, ma sono tutte interne alla maggioranza. A ben vedere, infatti, la Giunta Rossi con questa nuova configurazione diventa sempre più a trazione Pd di stampo bersaniano e di origine ex DS nella totale mancanza dell’area riformista, una volta rappresentata da Nencini, dell’area ex popolare e nella totale assenza di un equilibrio con la componente renziana spesso critica, sul livello del consiglio regionale, su alcuni aspetti centrali della Giunta Rossi a partire dalla sanità. A ben vedere – conclude Fuscagni – sembra proprio che il nuovo assetto risponda a logiche di parte oltre che di partito e rappresenti l’arroccamento del Presidente Rossi nella sua componente a metà strada tra la “difesa” e la chiusura. Ovviamente la Toscana poco c’entra in tutto questo».