Vita Chiesa

RELIGIOSI: LORENZELLI (PRESIDENTE CISM), «COLTIVARE GERMI DI VITA»

Ci troviamo di fronte ad un confronto che “non nasconde una Vita religiosa in Italia in affanno, ma che non ha affatto esaurito le sue potenzialità: siamo in una stagione di potatura, non di disboscamento! Si tratta di coltivare germi di vita e non spargere semi di morte”. Sono queste la parole con cui don Alberto Lorenzelli, presidente nazionale della Conferenza italiana dei superiori maggiori (Cism), ha aperto ieri sera a Firenze la 51a Assemblea nazionale della Cism dal titolo “Confronti e aspettative sul futuro della Chiesa in Italia. Quale compito dei Religiosi?”. Un intervento in cui don Lorenzelli pur parlando del “declino degli ordini religiosi” ha più volte sottolineato la necessità di guardare con “occhi nuovi” al futuro. “L’esercizio di speranza – ha spiegato il presidente – significa saper vedere il positivo, saper accogliere e sostenere i sia pur piccoli bagliori che esistono e che la speranza ci addita come semi di una realtà nuova”. Parlando dell’attuale crisi economica “ormai definita sistemica”, don Lorenzelli ha sottolineato come “la messa in crisi degli stili di vita interroga seriamente una vita religiosa che necessità di una sottolineatura di sobrietà, non certo per immagine, né per un equivoca idea di solidarietà, ma perché da sempre appartiene al senso di una identità e presenza accolta con benevolenza e gratitudine dalla nostra gente”. Per l’assemblea sono riuniti nel capoluogo toscano circa 150 superiori maggiori in rappresentanza dei 23 mila religiosi uomini presenti nel nostro Paese. Don Lorenzelli ha voluto metterli in guardia di fronte ad “una Vita religiosa che rischia di rinchiudersi in se stessa”, invitando ad “un’identità aperta” attraverso “un maggior confronto con i soggetti ecclesiali” e “costruendo nuove reti sociali, perché solo attraverso esse si riuscirà a ricreare una nuova cultura della relazione sociale ed ecclesiale”. “Nessuno – ha continuato il presidente – è così sprovveduto da credere alle soluzioni facili, soprattutto in questo tempo, tuttavia non subentri tra noi un diffuso dilazionismo su questioni e problemi che investono l’immediato futuro della Provincia o dell’Istituto: potrebbe trasformarsi in una forma di autolesionismo che può precludere ragioni di speranza”. “Avremo sempre meno peso e influenza? – ha concluso il presidente -. Non ci deve preoccupare. Una realtà mondiale come la Chiesa cattolica, ridisegna continuamente nel tempo equilibri antichi. I giochi del peso e dell’influenza sono tracciati che letti in superficie possono anche ingannare. Abbiamo la stessa buona fiducia? Mi chiedo, invece, se non dobbiamo recuperare più fiducia in noi stessi e contribuire così ad un clima di maggior fiducia nella Chiesa stessa”. (Sir)