Prato

Riapre al culto il chiesino di Sant’Andrea a Tontoli

Prossima inaugurazione, il 23 settembre, alle 18, per l’antico oratorio di Sant’Andrea a Tontoli nella frazione di Mezzana, che torna ad essere agibile ed utilizzato come «succursale» della sede parrocchiale di San Pietro dopo sette anni di inattività. A partire da domenica 25 settembre, tutte le domeniche alle 9 gli abitanti di Mezzana, e non solo, potranno tornare a partecipare alla messa nel chiesino che si trovana nell’omonima via a due passi dal Centro Pecci. I lavori di restauro, iniziati lo scorso febbraio, hanno permesso di sanare le crepe che rendevano la struttura poco sicura per i fedeli che la frequentavano.«L’idea di ristrutturare finalmente Sant’Andrea a Tontoli dopo anni di attesa – spiega don Massimo Malinconi, parroco di Mezzana – è nata da un mio personale desiderio. Sono nato e cresciuto a Mezzana e mi sento legato al chiesino di Tontoli: non mi piaceva vederlo inutilizzato. In più, credo che sia molto utile alla popolazione, soprattutto per le persone anziane che non hanno grande possibilità di spostamento. Potranno infatti partecipare alla messa nel chiesino, dove le celebrazioni riprenderanno regolarmente a partire da domenica 25 settembre alle 9». Il toponimo Tontoli è di derivazione Longobarda e la piccola chiesa in stile romanico è segnalata dal XII secolo. L’edificio conserva la struttura medievale in filaretto di alberese, con absidiola a ferro di cavallo e campanile a vela. L’interno è coperto a capriate e conserva decorazioni sei/settecentesche.«Le origini dell’oratorio di Sant’Andrea – spiega don Renzo Fantappiè, direttore dell’Ufficio diocesano dei beni culturali – risalgono al 1066, anno in cui si ha la prima attestazione certa della presenza della chiesa a Prato. Intorno al 1320, dopo le incursioni di Castruccio Castracani, condottiero ghibellino, il contado di Prato, specialmente Tobbiana, Tavola, Paperino e Mezzana, subì enormi distruzioni. Fu così – prosegue don Renzo – che dal 1420 si decise di aggregare Sant’Andrea a Tontoli alla chiesa di Santa Maria a Colonica, svolgendo la funzione di oratorio fino a tutto il 1700. Successivamente, il chiesino rientrò sotto la giurisdizione di Mezzana, dove è rimasto fino ad oggi. I recenti lavori di restauro – continua il sacerdote – hanno riguardato la facciata, che era piena di crepe e fessurazioni, il tetto, la capriata e l’abside, che era distaccato dal resto della chiesa di 6-7 centimetri. Alcuni dei danni ai quali abbiamo dovuto porre rimedio – conclude don Fantappiè – erano stati provocati da resine sintetiche incautamente poste nelle fondamenta del chiesino durante lavori di restauro avvenuti tra il 2001 e il 2002. Negli ultimi mesi è stata anche condotta un’indagine geologica del terreno su cui sorge il chiesino».I lavori sono stati curati dalla ditta Saccenti, dall’Ufficio dei beni culturali della diocesi e dagli ingegni Ceccarelli e Tanzarella.

Serena Travaglini