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ROM, INDAGINE MIGRANTES SU RAPIMENTI MINORI: NESSUN CASO IN ITALIA; MONS. SAVIOLA: CRIMINOSO DIFFAMARE SENZA AVERE LE PROVE

Lo stereotipo “gli zingari rubano i bambini” risulta essere molto più potente di qualsiasi altro. E che si tratti di uno stereotipo lo dimostra la ricerca commissionata dalla Fondazione Migrantes al Dipartimento di psicologia e antropologia culturale dell’Università degli Studi di Verona sui presunti tentati rapimenti, addebitati ai rom nell’arco di tempo che va dal 1986 (caso avvenuto in Costa Smeralda) al 2007 (Isola delle Femmine, vicino a Palermo). Presentata questa mattina a Roma nel corso di una conferenza stampa, l’indagine ha preso in esame 29 casi di sottrazione dei minori, oltre a 11 casi di sparizione di bambini (quindi 40 in tutto) nella maggioranza molto noti all’opinione pubblica (come quelli di Angela Celentano e Denise Pipitone). “E’ da subito opportuno indicare il risultato principale della ricerca – precisano i ricercatori -, e cioè che non esiste nessun caso in cui sia avvenuta una sottrazione del bambino: nessun esito, infatti, corrisponde ad una sottrazione dell’infante effettivamente avvenuta, ma si è sempre di fronte ad un tentato rapimento o meglio ad un racconto di un tentato rapimento”. Spesso l’opinione pubblica è vittima anche della “confusione che generano i media al momento della denuncia del fatto, dando come provato e vero il tentato rapimento”.Ma – si legge nella ricerca – “laddove le Forze dell’ordine tramite le proprie indagini verificano che è stato solo un equivoco o una percezione errata della situazione, la stampa dà poca o nessuna notizia”. Dei 29 casi presi in esame, solo 6 hanno portato all’apertura del procedimento e dell’azione penale. Questi 6 casi rappresentano “il cuore del lavoro di ricerca” che vengono presentati discussi uno ad uno attraverso lo studio dei fascicoli processali. Per quanto riguarda invece gli episodi di sparizione, la ricerca ha ricostruito i vari momenti in cui i rom e sinti entravano tra i soggetti sospetti e gli esiti degli accertamenti che derivavano dall’attività investigativa, sono stati sempre “sempre negativi”: “la drammaticità delle vicende di queste sparizioni si rende ancora più acuta in quelle narrazioni di cui si conosce l’epilogo: l’opposizione fra ciò che è accaduto realmente a questi bambini e l’immaginario stereotipico del rapimento da parte dei rom emerge con una forza squassante”. Nella ricerca gli operatori pastorali dei rom e sinti della Fondazione Migrantes si augurano che questi dati “giungano al pubblico”, in “un momento in cui c’è grande bisogno di razionalità e ragionevolezza che contrastino l’intolleranza, il fanatismo e i pregiudizi”.“Basta il fatto di essere zingara per sentirsi scaricare addosso sospetti, commenti malevoli, giudizi severi come una condanna, indignazione?”. Lo ha detto mons. Piergiorgio Saviola, direttore generale della Fondazione Migrantes, intervenendo alla conferenza stampa per la presentazione della ricerca. Per Saviola, questa voce “è così comune che non ha bisogno di conferme, rimbalza di bocca in bocca con martellante”. “Ma rapiscono davvero le zingare?”, chiede mons. Saviola che subito aggiunge: dalla ricerca emerge un dato “sorprendente, direi anzi sconcertante: nessuna prova certa, nessun verdetto di condanna a carico di qualche figlia o moglie di zingari per un simile misfatto”. Tale conclusione è “sconcertante non tanto in riferimento agli zingari, quanto in riferimento a chi punta il dito verso di loro in base a questo famoso ‘sentito dire’, magari tradotto in un altro famoso e pericoloso ‘tutti dicono così’”. Secondo Saviola, “diffondere una diceria” su capi di accusa “così gravi, e non comprovati” è “andare non soltanto contro verità, ma contro giustizia”.Se è reato “infamante rapire un bambino”, “non meno infamante e criminoso – ha detto mons. Saviola – è attribuire a qualcuno questa infamia senza averne le prove; atto criminoso forse giudiziariamente non perseguibile, che tuttavia grava pesantemente nella coscienza”. “Accusare e diffondere la voce sul rapimento di bambini quando questo fosse falso o non supportato da prove inequivocabili – incalza mons. Saviola – è un modo estremamente grave di ledere la dignità e i sacrosanti diritti delle persone e persone sono anche gli zingari”. La ricerca presentata oggi ha come obiettivo – ha spiegato ancora il direttore della Migrantes – “la difesa di questa categoria di cittadini, chiamiamoli pure fratelli, dall’infamante accusa del rapimento di bambini, un’accusa che non ha riscontro nei fatti. Ma allo stesso tempo la ricerca è un appello ai singoli e alla pubblica opinione a non ‘rapire’ la reputazione, l’onorabilità a gente che ha come colpa principale l’essere diversa da noi per lingua, cultura, tradizioni, comportamenti sociali; il constatarla diversa da noi non autorizza automaticamente la conclusione che essa sia moralmente e civilmente “degradata” a confronto di noi”.Sir