Il film: “Breve storia di una famiglia”, un’indagine spietata nelle dinamiche domestiche
Il film del talentuoso esordiente Lin Jianjie ci offre uno spaccato inedito della Cina contemporanea, raccontando delle contraddizioni familiari identiche in ogni latitudine

Un primo elemento di interesse di questo film è l’ambientazione: scopriamo una Cina ai più sconosciuta, quella del ceto alto-borghese, identica, nei suoi privilegi, al mondo capitalistico occidentale dove si vive in appartamenti di lusso, con arredamento minimal, ipertecnologici e freddi come acquari. E proprio un acquario è ciò che salta all’occhio appena Wei, un adolescente assorbito dai videogiochi e dalla scherma, porta il compagno di classe Shuo a casa sua, dopo avergli causato un piccolo incidente. Wei è figlio di un biologo ricercatore e di una ex hostess: classe dirigente privilegiata, cui non manca nulla. Di Shuo, invece, intuiamo che proviene dai quartieri popolari dove vive con un padre violento e alcolizzato, avendo perso la madre da bambino. Almeno è quanto lui sostiene.
Poco per volta Shuo diventa sempre più di casa nella famiglia di Wei, dimostrando di possedere quelle doti che mancano al rampollo benestante: determinazione nello studio, interessi culturali, curiosità, gentilezza, ambizione. Di fatto è il figlio che quei genitori avrebbero voluto avere – e che non hanno avuto perché la «politica del figlio unico» da parte del governo li aveva di fatto costretti a interrompere una seconda gravidanza.
Pur non trattandosi di un film politico, di fatto quest’opera prima di Lin Jianjie ci dice molto sul suo paese d’origine, sulle sue contraddizioni, sulla spietatezza di un consumismo marchiato di comunismo di facciata. Ne è prova la bella ripresa aerea che accompagna l’auto del padre di Wei mentre parla con Shuo: passiamo dai palazzi fatiscenti della periferia ai quartieri residenziali fatti di grattacieli architettonicamente all’avanguardia, ed è una sintesi perfetta di ciò che i due personaggi si stanno dicendo. Oppure la fila immobile dei tanti genitori che aspettano il loro turno per poter iscrivere i figli a un corso di inglese sperando che ciò apra loro le porte allo studio all’estero: una breve inquadratura degna di Magritte. O il parallelo tra la circolazione sanguigna e quella metropolitana come in un organismo autolesionista fuori controllo.
Un secondo elemento di curiosità è dato dal tipo di racconto, inquietante, ambiguo: sono i genitori di Wei che si disamorano del figlio legittimo per adottare, non solo affettivamente, Shuo; o è quest’ultimo a operare sottilmente una sostituzione pianificata e spietata? Oppure Shuo è una sorta di angelo che attraversa brevemente la storia familiare di Wei per convogliare l’attenzione dei genitori su di lui, bisognoso di autonomia e di stima? In definitiva: esiste davvero Shuo, vestito di bianco, che sembra scomparire nel nulla, o è una proiezione di Wei, un suo doppio fantasmatico?
Infine un altro motivo per cui questo film merita la visione è il contrappunto visivo che si crea tra la situazione narrata e le immagini circolari di un microscopio extradiegetico che alterna degli ingrandimenti di cellule all’osservazione delle dinamiche di questa famiglia, cellula sociale incerta tra fagocitare l’elemento esterno o rigettarlo. Tutto – privato e pubblico, aspirazioni e rimpianti – fa parte di un tessuto organico da studiare con la freddezza di uno scienziato. E il regista fa proprio questo: osserva, lavora di cesello stilistico (con una serie di debiti al cinema occidentale che non stiamo qui a elencare), senza apparente pietas, ma con un’inquietudine crescente, facendo parlare gli oggetti, gli ambienti, i corpi. In altre parole, fa del cinema, seppur un eccesso di compiacimento: un peccato veniale per un esordiente di talento di cui risentiremo parlare.
BREVE STORIA DI UNA FAMIGLIA
Regia e sceneggiatura: Lin Jianjie; fotografia (colore): Zhang Jiahao; scenografia: Xu Yao; montaggio: Per K. Kirkegaard; musiche: Take Bronson Odin; interpreti: Zu Feng, Guo Keyu, Sun Xilun, Lin Muran; produzione: First Light Films; distribuzione: Movies Inspired; origine: Cina, Francia, Danimarca, Qatar 2024; formato: 2,35:1; durata: 99 min.