Il film: “C’è ancora domani”, un bel lavoro apprezzato anche dal grande pubblico

Per la prima volta dietro la macchina da presa, Paola Cortellesi porta sugli schermi un film di qualità, popolare, sulla scia del nostro grande cinema del passato.

Paola Cortellesi in "C'è ancora domani"

È il film fenomeno del momento, un successo crescente dato dal passaparola tra il pubblico che finalmente premia un prodotto ben fatto, onesto, divertente. E soprattutto utile: utile per una crescita collettiva, per ricordare l’importanza di certe conquiste e forse anche per insegnarle a qualcuno che magari a scuola era distratto quando si parlava di ciò che accadde in Italia il 2 e 3 giugno 1946.

La storia di Delia, casalinga romana abituata a svegliarsi con uno schiaffo del marito che, esempio del peggior patriarcato domestico, scientemente la picchia per sminuirne la dignità; impegnata a tirare avanti con due ragazzini pestiferi da crescere e una figlia da sposare; con gli occhi aperti su un mondo che sta cambiando, tra soldati americani e scritte inneggianti alla svolta repubblicana; la sua storia, dicevamo, rimanda a certe figure femminili del nostro migliore cinema, dall’Antonietta di Una giornata particolare (1977) alla Maddalena di Bellissima (1951), omaggiandole, certo, ma senza pretendere di imitarle o di aggiornarle. Il percorso di consapevolezza della nostra eroina, simbolo del dopoguerra italiano, è quello di una donna che impara poco per volta a far valere i propri diritti, a garantire quelli della figlia, a rivendicarli in solido con tutte le altre cittadine che per la prima volta votarono allora per il referendum e per l’Assemblea Costituente. Il tutto con un taglio che Paola Cortellesi, regista, sceneggiatrice e interprete, riesce a mantenere garbato, paradossale e straniante, teso a sdrammatizzare ma senza sminuire la serietà dei temi e delle situazioni che, per buona parte, risultano ancora attuali. Lo fa, per esempio, ricorrendo a un contrappunto sonoro formato da una serie di canzoni, volutamente anacronistiche, in funzione didascalica, che fanno interrogare lo spettatore su quanto cammino è stato fatto dalle donne e quanto se ne deve ancora fare. Tutto il finale, in questo senso, è esemplare. Ed è significativo che nel racconto assistiamo non solo all’umiliazione che Delia riceve in quanto donna nel suo ambiente ignorante e proletario, ma alla ripetizione delle stesse dinamiche anche in quello piccolo borghese dei futuri consuoceri e in quello intellettuale della famiglia dove lei va a fare le iniezioni. La discriminazione femminile era trasversale alla società, ed è perciò ancor più importante l’itinerario sotterraneo che porta Delia a tramare non per delle fughe passionali, ma per un atto assai più trasgressivo quale la partecipazione civica. Certo, non si tratta di una conquista facile, gli accidenti non mancano, ma per fortuna esiste una seconda possibilità: c’è ancora domani, come recita il titolo, e perciò c’è ancora un domani, fatto di solidarietà femminile.

In mezzo troviamo tutta una serie di bozzetti, di personaggi tipizzati e a volte monocordi, come il marito, ma sempre stemperati dall’ironia e da certe intuizioni di regia che non sono mai banali: dall’ambivalenza delle percosse coreografate ai flash back in stile film muto, dall’uso del bianco e nero così poco praticato dal nostro cinema alla ricostruzione d’epoca affidata alla scenografia e non agli effetti digitali. È un film vecchio stile, che si rifà alla commedia all’italiana vera e non ai modelli in voga oggidì di cui la Cortellesi è frequentemente interprete.

Fa quindi piacere vedere le file di fronte ai cinema e sentire gli applausi spontanei al termine delle proiezioni di un racconto che non ricorre a carinerie di maniera e soprattutto non risulta consolatorio, bensì spinge alla coscienza civile anche il pubblico che in genere va al cinema solo per divertirsi.

C’è ancora domani

Regia: Paola Cortellesi; sceneggiatura: P. Cortellesi, Furio Andreotti, Giulia Calenda; fotografia (b/n): Davide Leone; montaggio: Valentina Mariani; musiche: Lele Marchitelli; scenografia: Massimiliano Paonessa, Lorenzo Lasi; interpreti: P. Cortellesi, Valerio Mastandrea, Vinicio Marchioni, Giorgio Colangeli, Armando De Razza; produzione: Wildside, Vision Distribution; formato: 1,85:1 e 1,37:1; origine: Italia 2023; durata: 118min.