In Maria Assunta il dolore dell’uomo si trasforma in speranza

Secolo difficile il 900 appena passato; due guerre mondiali, genocidi, campi di sterminio, crisi ecologica, politica ed economica, per cui si comprende il grido di allarme di S. Giovanni Paolo II: «l’umanità possiede oggi strumenti d’inaudita potenza: può fare del mondo un giardino o ridurlo a un ammasso di macerie» (Atto di affidamento a Maria). Secolo delle apparizioni di Fatima, secolo del martirio di molti cristiani, potremmo chiamarlo secolo della morte dell’uomo, eppure in pieno 900 la Chiesa risponde con il dogma della Assunzione di Maria.

Nelle sue catechesi S. Giovanni Paolo II ne contempla una sulla «morte di Maria»: «l’esperienza della morte ha arricchito la persona della Vergine: passando per la comune sorte degli uomini.Ella è in grado di esercitare con più efficacia la sua maternità spirituale verso coloro che giungono all’ora suprema della vita» (Catechesi del 26/6/97).Nostra Signora, che muore con noi e come noi, è però la stessa che Pio XII, nella bolla Munificentisimus Deus (1 Novembre 1950) definisce: «finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo».La Chiesa, accogliendo l’antica tradizione, narrata negli apocrifi del II e III secolo, reagiva così al secolo della morte con le parole di S. Paolo «o morte dov’è la tua vittoria». «Maria è entrata nella gloria perché ha accolto nel suo seno verginale e nel suo cuore il Figlio di Dio. Guardando a Lei il cristiano impara a scoprire il valore del proprio corpo e a custodirlo come tempio di Dio, nell’attesa della resurrezione» (Catechesi del 10/7/97). Respingendo ogni manicheismo o gnosticismo la fede cristiana celebra la «carne» come sede della salvezza e professa nel credo la «resurrezione della carne». L’incarnazione fa guardare la bellezza e gratuità del corpo, di questo corpo, assunto dal Verbo, nel quale Egli è morto ed è risorto.L’Assunta e l’Addolorata sono due facce della stessa medaglia, la Donna della spada del dolore è la stessa nella Gloria!Maria, divenuta madre sotto la croce, presiede ogni letto di dolore dell’umanità. Ogni sofferente muore fra le braccia della Madre, con lei l’esperienza della sofferenza, illuminata dalla fede, si trasforma in speranza.Il progetto della creazione, messo a rischio dal serpente, non è fallito. Il risorto porta a compimento il disegno del Padre, lui nuovo Adamo e con sua Madre la nuova Eva: «È così che la disobbedienza di Eva è stata riscattata dall’obbedienza di Maria: poiché ciò che la vergine Eva legò con l’icredulità, Maria l’ha sciolto con la fede» (S. Ireneo).Contemplando l’Assunta professiamo: credo la resurrezione della carne, la vita eterna. Amen.