Il perdono di Dio ci impegna a perdonare

La nostra vita non è solo stata voluta, ma è stata amata da Dio. Davvero non c’è spazio per la presunzione quando congiungiamo le mani per pregare. Non esistono nella Chiesa uomini che si sono fatti da soli. Siamo tutti debitori, oltrechè verso Dio, anche nei confronti di tante persone che ci hanno regalato condizioni di vita favorevoli. La nostra identità si costruisce a partire dal bene ricevuto. Il primo è la vita. Chi prega impara a dire «grazie» e chiede a Dio di essere benevolo con lui. Dio ci ama infinitamente più di quanto noi lo amiamo. Per quanto ci impegnamo a vivere secondo gli insegnamenti cristiani, nella nostra esistenza ci sarà sempre qualcosa di cui chiedere perdono: pensiamo ai giorni trascorsi pigramente, ai momenti in cui il rancore ha occupato il nostro cuore.

Sono queste esperienze, purtroppo non rare, che ci fanno implorare: «Padre rimetti a noi i nostri debiti». Ogni cristiano sa che esiste per lui il perdono dei peccati. Quando Gesù racconta ai suoi discepoli il volto di Dio, lo tratteggia con espressioni di tenera misericordia. Dice che c’è più gioia nei cieli per un peccatore che si pente, piuttosto che per dei giusti che non hanno bisogno di conversione (cfr. Lc 15,7.10). Nulla nei Vangeli lascia sospettare che Dio non perdoni i peccati di chi è ben disposto e chiede di essere riabbracciato. Ma la grazia di Dio, così abbondante, è sempre impegnativa. Chi ha ricevuto tanto deve imparare a dare tanto e non trattenere solo per sé quello che ha ricevuto. Non è un caso che il Vangelo di Matteo dopo il testo del «Padre nostro», tra le sette espressioni usate si soffermi a sottolineare proprio quella del perdono fraterno: «Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostr colpe» (Mt 6,14-15).

Gesù inserisce nei rapporti umani la forza del perdono. Nella vita non tutto si risolve con la giustizia. Soprattutto laddove si deve mettere un argine al male, qualcuno deve amare più del dovuto, per ricominciare una storia di grazia. Il male conosce le sue vendette, e se non lo si interrompe rischia di dilagare soffocando il mondo intero. Alla legge del taglione – quello che tu hai fatto a me, io lo restituisco a te  – , Gesù sostituisce la legge dell’amore: quello che Dio ha fatto a me, io lo restituisco a te!