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Rubrica: Risponde il teologo

15 Settembre 2023

Anche la Messa domenicale può essere«applicata» in suffragio di un defunto?

È possibile che durante una Messa domenicale venga ricordato il nome di un defunto in particolare? Oppure si possono far dire messe per i propri cari solo nei giorni feriali?

di padre Francesco Romano

Risponde padre Francesco Romano, docente di Diritto canonico
Da sempre la Chiesa applica i frutti salvifici della Messa non solo in suffragio dei defunti, ma anche per le intenzioni particolari di ogni fedele. La celebrazione di ogni Messa è il sacrificio perfetto compiuto da Cristo che si perpetua nel tempo con gli stessi effetti salvifici prodotti dal primo.
La celebrazione eucaristica attualizza il mistero della nostra redenzione i cui frutti vanno a favore delle anime dei fedeli che ci hanno preceduto, presumendone la presenza almeno in Purgatorio, ma anche di coloro che sono radunati intorno alla celebrazione eucaristica e di coloro che potenzialmente sono destinati ad accrescere il Corpo di Cristo che è la Chiesa di cui ancora non fanno parte.
Partecipano anche allo stesso modo ai frutti della redenzione tutti i fedeli ancora pellegrini sulla terra, quelli che si trovano nella gloria del cielo, ma anche coloro che «sono morti in Cristo e non sono ancora purificati».
Infatti, i frutti sovrabbondanti del sacrificio eucaristico sono destinati a vantaggio dell’intera umanità, in modo particolare di tutta la Chiesa quale corpo intimamente già unito al suo Capo. Il Catechismo della Chiesa cattolica, afferma che «Tutta la Chiesa è unita all’offerta e all’intercessione di Cristo. […] In quanto sacrificio, l’Eucaristia viene anche offerta per tutti i fedeli vivi e defunti, in riparazione dei peccati di tutti gli uomini e per ottenere da Dio benefici spirituali e temporali. Anche la Chiesa del cielo è unita nell’offerta di Cristo» (CCC, n. 1369).
Celebrare o chiedere di far celebrare una Messa in suffragio dei defunti significa raccomandare al Signore l’anima del proprio defunto affinché sia abbreviato il periodo di permanenza nel Purgatorio.
La salvezza universale è quindi connessa nella celebrazione dell’Eucaristia all’applicazione universale dei frutti della redenzione a beneficio dell’intero Corpo mistico. Tuttavia essa si concilia con la prassi immemorabile della Chiesa di applicare gli stessi frutti redentivi anche per altre intenzioni particolari.
Questa prassi viene recepita dal can. 901 del Codice di diritto canonico che riconosce il diritto del sacerdote di «applicare» la Messa per chiunque, sia per i vivi che per i defunti. Il significato del termine «applicazione» indica che il ministro del Sacrificio eucaristico può destinare il frutto derivante dalla sua celebrazione a una determinata persona viva o defunta che sia.
Occorre anche ricordare che la Chiesa attraverso la sacra liturgia prolunga nel tempo e attualizza per mezzo del sacerdote che agisce in persona Christi, «l’esercizio dell’ufficio sacerdotale di Cristo, nel quale, attraverso i segni sensibili, viene significata e attuata in modo proprio a ciascuno di essi la santificazione degli uomini» (can. 834 §1).
Sotto questo aspetto la solennità o il rito della celebrazione non determinano alcuna differenza riguardo ai frutti della redenzione operati dalla perpetuazione del sacerdozio di Cristo che si attualizza ogni giorno, feriale e festivo, indistintamente, nel Sacramento. Ciò è reso esplicito dalle preghiere eucaristiche che subito dopo la consacrazione fanno memoria dei fratelli defunti.
Per questo non bisogna confondere la celebrazione della Messa, in cui è sempre consentita, ogni giorno dell’anno, l’applicazione dell’intenzione in suffragio di un defunto, con la celebrazione della Messa esequiale che non può essere celebrata in alcune ricorrenze come le solennità di precetto, le domeniche di Avvento, Quaresima, Pasqua, Triduo Pasquale, Giovedì della Settimana Santa.
A integrazione della risposta al quesito, rimando anche alla lettura del mio contributo dal titolo: «A cosa servono le Messe di suffragio? Un modo per raccomandare al Signore l’anima dei nostri cari defunti», pubblicato su questa rubrica il 14 gennaio 2023.

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