Toscana

SAN DOMENICO A SAN GIMIGNANO: DA CARCERE A CENTRO DI ARTE E CULTURA

Dopo mille anni l’ex convento ed ex carcere di San Domenico a San Gimignano si apre al pubblico, e si candida a trasformarsi, dopo i dieci anni di interventi che lo attendono tra progettazione e lavori, un centro attrattivo di fascino e livello culturale altissimo. Questo il senso del primo esempio a livello nazionale di federalismo demaniale il cui atto ufficiale, che ha sancito il passaggio di proprietà, è stato siglato stamani tra Agenzia del Demanio, con l’intesa del MIBAC, e il Comune, la Provincia di Siena e la Regione Toscana. I componenti del nuovo “condominio”, come lo ha definito il sindaco Giacomo Bassi, che avrà il compito, e l’orgoglio, di gestire questo bene di altissimo rilievo storico-culturale. “Un modello di collaborazione interistituzionale che sta offrendo spunti analoghi ad almeno altre quattrocento realtà italiane che si vogliono muovere nella direzione aperta dalle nuove norme – ha aggiunto Bassi – per la tutela e la valorizzazione del patrimonio pubblico”. Con il sindaco hanno firmato l’assessore regionale a cultura, turismo e commercio, Cristina Scaletti, e il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini. L’area occupata dall’ex convento del tredicesimo secolo copre l’otto per cento, circa 20mila metri quadri, del centro storico di San Gimignano, “Patrimonio dell’umanità dell’Unesco”. Il progetto, che sottende l’azione di Regione, Comune e Provincia, prevede la realizzazione di un teatro all’aperto da 1700 posti, in quella che fu la la zona di “ora d’aria” per i detenuti; uno spazio museale all’interno, un’area dedicata a botteghe e attività artigianali dove erano situate le celle dei detenuti, un ufficio di informazione e promozione turistica, una sala conferenze e un’intera area lasciata a esercizi per la ristorazione e la promozione dei prodotti tipici locali. Tutto questo è stato reso possibile dalla specifica procedura prevista nel decreto legislativo del maggio 2010 riservata ai beni appartenenti al patrimonio culturale nazionale; questi possono essere trasferiti all’ente locale grazie ad accordi di valorizzazione che prevedano la riqualificazione e il recupero funzionale del bene stesso.