Toscana

Sanità, accordo per l’assistenza religiosa

di Simone Pitossi

Maggiore disponibilità di locali e alloggi per l’assistenza religiosa cattolica negli ospedali e la possibilità di nominare un coordinatore tra i sacerdoti che operano nelle strutture. Queste le principali novità dell’intesa per l’assistenza religiosa negli ospedali che è stata firmata martedì mattina dal presidente della Giunta regionale Claudio Martini e dal cardinale Ennio Antonelli, presidente della Conferenza episcopale toscana e arcivescovo di Firenze, e che riguarda un centinaio di cappellani ospedalieri che operano a tempo pieno nella nostra regione.

Alla firma erano presenti anche il vescovo di Massa Carrara – Pontremoli Eugenio Binini, delegato della Cet per la pastorale sanitaria, il vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago, direttore dell’Osservatorio giuridico-legislativo della Cet, e l’assessore alla sanità Enrico Rossi. Il protocollo disciplina i vari aspetti di questa attività di sostegno spirituale rivolta non solo ai malati ma anche ai familiari e al personale medico. In particolare vengono puntualizzati alcuni aspetti – tra questi il trattamento economico, le sostituzioni, le ferie, le malattie e la formazione – dell’opera degli assistenti religiosi che sono assunti o in convenzione e viene data più certezza rispetto al passato in materia di locali a disposizione.

Spetterà poi alle diverse Aziende sanitarie del territorio e ai vescovi stipulare un accordo più specifico per i singoli ospedali, in ciascuno dei quali opera almeno un assistente religioso che potrà essere affiancato da un diacono o un laico. Si tratta, spiega Martini, di «un ruolo di sostegno spirituale svolto sempre nel rispetto della volontà e della coscienza dei cittadini». In particolare, con questa intesa, si prevede «maggiore certezza per la disponibilità di locali in modo da rendere sempre più efficace il servizio». «E poi – continua Martini – è un arricchimento del servizio ospedaliero soprattutto in quella componente umana e spirituale che per i cittadini, durante il periodo di degenza, può essere davvero molto utile». Così, conclude il presidente della Giunta regionale, «rinnoviamo un rapporto di collaborazione con la Cet che è attivo da anni e si svolge in molti campi: la sanità è uno dei più importanti ma presto ci saranno altri accordi nel campo dei beni culturali e della casa per le giovani coppie». «Le persone sono spirito e corpo – sottolinea il cardinale Antonelli – per questo è importante dare conforto anche allo spirito di chi è ricoverato in ospedale, specialmente se la degenza è prolungata».

Non solo. «L’intesa – continua – è importante per la materia che viene trattata cioè la salute e l’assistenza religiosa ai malati. Per un malato è importante un’assistenza integrale: medica ma anche spirituale». Infine, il cardinale mette in evidenza una delle novità introdotte dal protocollo: «È stata fatta una precisazione sulle cappellanie ospedaliere: ovvero sulla possibilità di una pluralità di persone che svolgono il servizio. In tal caso l’ordinario diocesano nominerà la figura di un coordinatore».

Padre Renato Ghilardi, incaricato regionale della Cet per la pastorale sanitaria e cappellano ospedaliero dell’Iot a Firenze, è tra coloro che hanno seguito più da vicino la genesi di questo protocollo. «È un buon accordo – spiega il sacerdote – che rinnova la collaborazione con la Regione in questo campo avviata a partire da una legge del 1985. Così si sottolinea di nuovo l’importante funzione dell’assistenza religiosa negli ospedali che è prevista dalle norme concordatarie, dalla legislazione nazionale e anche dai piani sanitari della Regione. Tra l’altro le delibera da cui nasce questo protocollo è stata votata dal Consiglio all’unanimità». Al protocollo è allegato inoltre uno schema di convenzione tipo che può essere adottato dalle Aziende sanitarie locali e dall’Ordinario diocesano. Per quanto riguarda le novità più importante padre Ghilardi sottolinea che all’assistente religioso sono messi a disposizione vari locali: «Per le funzioni di culto, locali per l’attività religiosa relativa ai servizi mortuari, locali ad uso di ufficio e di alloggio». Non solo. «In relazione alle esigenze dell’assistenza religiosa – sottolinea – il Vescovo può conferire l’incarico oltre che a sacerdoti anche a diaconi permanenti e a religiose». E poi, l’assistente religioso può essere coadiuvato da altre persone. «Possono essere sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e laici – spiega padre Ghilardi – che lo aiutano continuativamente o saltuariamente senza oneri per l’Azienda sanitaria. Per questo, tra l’altro, stiamo creando dei gruppi di volontariato pastorale formati proprio per questo servizio».

Un’altra novità importante dell’intesa, secondo il sacerdote, è che «la Regione, entro sei mei dalla stipula del protocollo, si impegna ad aprire un tavolo di confronto tra i soggetti interessati per l’estensione del servizio di assistenza religiosa alle strutture ospedaliere private operanti in regime di accreditamento con il servizio sanitario nazionale». Infine, conclude padre Ghilardi, «è prevista da parte del Vescovo la nomina di un membro nel comitato etico locale dell’Azienda sanitaria».