Toscana

Sanità: il disagio della Commissione regionale per l’assenza del Piano

«A distanza di quasi un anno dalla mia ultima nota sul Piano sociale e sanitario integrato regionale, intendo rappresentarvi nuovamente tutte le mie preoccupazioni e il mio imbarazzo istituzionale riguardo al mancato riscontro ottenuto al seguito delle osservazioni che al tempo ebbi a presentarvi». Questo l’incipit di una lettera che il presidente della commissione Sanità e politiche sociali, Marco Remaschi (Pd), ha indirizzato al presidente della Giunta Enrico Rossi e all’assessore al Diritto alla Salute Luigi Marroni. «Chiedevo, allora come oggi, un’iniziativa da parte della Giunta regionale in grado di superare il drammatico stallo nel quale versa il Piano – scrive il presidente – così da cercare di ricalibrare, alla luce del mutato quadro normativo e finanziario di riferimento, gli obiettivi che lo strumento si poneva alla sua origine». 

Un appello «senza conseguenze» – recita la lettera – ad eccezione della delibera del dicembre scorso sulla sostanziale riorganizzazione del sistema e dell’offerta sanitaria in Toscana, seguita dall’accordo sulla classificazione delle strutture ospedaliere. «Alla “illegalità” di una perdurante assenza si aggiunge il vulnus della ripartizione di competenze tra organo di governo e organo assembleare legislativo – continua la nota – e preoccupa la totale alterità rispetto ai processi di partecipazione e confronto con i territori che già erano stati ampiamente promossi e realizzati col lavoro istruttorio della commissione sulla proposta di Piano del dicembre 2011. Sinceramente vedo l’insostenibilità istituzionale del protrarsi di tale situazione alla quale vi chiedo di porre repentinamente rimedio».

La lettera, il caso ha voluto, è stata resa nota da Remaschi proprio questa mattina – nel corso della seduta di commissione – ed ha chiuso un dibattito, sul Piano sanitario e sociale integrato, aperto dal vicepresidente Stefano Mugnai (Pdl). «Siamo ormai di fatto in presenza di una sanità commissariata dall’assessore e dai direttori generali delle Asl, che sul territorio fanno il bello e il cattivo tempo operando non solo in maniera amministrativa, ma anche politica, magari con l’avallo dell’assessore regionale – ha esordito – da qui il gattopardesco valzer dei direttori generali, sempre gli stessi spostati da un luogo all’altro via via che sui territori la misura si fa colma». La sfida è quella di riprendere il lavoro fatto dalla commissione e di arrivare ad un vero Piano per la Toscana, «e quindi mettere la parola fine ad una sanità governata a colpi di delibere della Giunta regionale o dei direttori generali delle varie Asl».

Sulla stessa lunghezza d’onda Gian Luca Lazzeri (Più Toscana) che ha espresso «imbarazzo a continuare a stare in commissione. Non possiamo essere solo informati delle scelte, sta a noi decidere e chiedo un atto di serietà ai colleghi, per votare un documento sulla sanità della nostra regione, riprendendo il lavoro sul Piano, ormai da troppo tempo abbandonato». «L’assessore si è comportato come un super pinocchio: aveva detto che ci avrebbe portato il Piano a febbraio – ha concluso – ed oggi 4 luglio non abbiamo ancora niente».

«Altro che comportamento da super pinocchio, qui si millanta – ha affermato Marco Carraresi (Udc) – Non possiamo più continuare in assenza di Piano, con la Giunta che sopperisce a tale deficit con propri atti”. “Bisogna ripartire da zero e al più presto – ha sottolineato – altrimenti rischiamo di approvare un atto per la prossima legislatura”.

«E’ necessario recuperare velocemente il lavoro fatto e arrivare ad approvare il Piano sanitario e sociale integrato», ha affermato anche Simone Naldoni (Pd), precisando che una questione è il Piano, altra cosa è il pre-accordo sindacale con i medici. «Come commissione, nel clima di confronto civile e corretto che ci caratterizza – ha concluso – dobbiamo impegnarci a chiudere la questione».

«La politica è rimasta indietro – ha commentato Lucia Matergi (Pd) – e sta a noi arrivare ad una sintesi: il lavoro c’è, è sul tappeto, a tutti noi il compito di chiudere un processo”. “E il disagio espresso con consapevolezza oggi – ha concluso – ci spinge ad un’azione necessaria e non più rimandabile”.

«Il disagio cresce sempre di più – ha affermato anche Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto) – e non esiste proprio che si sia avviato un lavoro diffuso, impegnativo e sostenuto nei territori, senza arrivare alla definizione del Piano». «Vorrei affidare al presidente della commissione – ha concluso – un messaggio da inviare ai vertici regionali per esprimere tutta la nostra difficoltà personale e politica e quindi per arrivare alla definizione del Piano». 

Una richiesta che ha avuto un riscontro immediato, con la lettura della nota, inviata prima dell’inizio dei lavori della commissione. «Ho raccolto in maniera attenta le vostre preoccupazioni e riflessioni – ha sottolineato Remaschi – e chiudo il dibattito leggendovi quanto inviato questa mattina a Rossi e Marroni, come presidente della commissione Sanità e politiche sociali».