Toscana

Sanità toscana: Mugnai (Pdl), con questi tagli sarà un bagno di sangue

«Colpi di scure a qualità e quantità dei servizi, senza toccare gli apparati nemmeno col pelapatate. Questa è la sanità del presidente Rossi e dell’assessori Marroni». E’ dura la critica del Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Pdl), che in passato più volte aveva lanciato l’allarme su come realmente e malgrado tutti i proclami sarebbe andata a finire la questione del riordino della sanità toscana.

«Con la delibera del 28 dicembre, che poi attua quanto approvato dalla maggioranza di sinistra durante la seduta del Consiglio regionale del 18 dicembre scorso, la giunta ci mette dinanzi a un autentico bagno di sangue – attacca Mugnai –, con un taglio netto e complessivo alla qualità e quantità del servizio sanitario offerto ai toscani. Il peggio è che tenta di contrabbandarlo per una razionalizzazione, per di più senza nemmeno avere il buon gusto di fare un riferimento necessariamente autocritico a quanto i 420 milioni di buco nella Asl 1 di Massa Carrara o i 125 di disavanzo complessivo nelle aziende sanitarie per il 2011 stiano contribuendo a determinare questa situazione di grave emergenza finanziaria».

Il menu, secondo Mugnai, è aspro: «Tagli ai posti letto, liste di attesa che esplodono e nelle prossime settimane esploderanno ancor di più – riassume l’esponente del Pdl – ma anche attività chirurgica sospesa per mesi tranne che per le emergenze, ridimensionamento del 118, taglio della guardia medica, inevitabili tensioni aziendali che in questi giorni hanno visto i sindacati chiedere le dimissioni del direttore generale della più grande Asl toscana, guidata da un fedelissimo di Rossi, e di tutta la dirigenza aziendale; Cgil compresa, mentre altre sigle hanno portato a Rossi il carbone nella calza della Befana in segno di protesta».

Ma per il consigliere regionale non è finita: «Nelle strutture pubbliche si registrano addirittura 5 milioni di prestazioni in meno rispetto alle previsioni, e ciò significa un minor gettito derivante dai ticket che in Toscana sono spuntati come funghi uno sull’altro in un’affannosa corsa alla moneta. E’ un dato gravissimo perché o i toscani sono magicamente risanati d’un colpo, o hanno smesso di rivolgersi alle strutture pubbliche o, peggio, si curano di meno e fanno meno prevenzione».

Secondo Mugnai, sta venendo meno l’idea stessa di sanità cui siamo abituati: «A suon di mazzate Rossi e Marroni stanno facendo saltare l’intero sistema assistenziale e sanitario della nostra regione. I toscani ormai hanno capito: il tanto decantato modello di sanità toscana era un gigante dai piedi d’argilla. Nel corso del 2013 sarà loro chiaro di chi siano le responsabilità politiche dei sacrifici drammatici che stanno patendo, ovvero di chi si vantava di una sanità coi conti in ordine senza che fosse vero e che adesso si ostina a cercare alibi per un sistema troppo politicizzato che non regge più se stesso. Nel frattempo, Rossi e Marroni ci fanno sapere che è tempo di tagliare i servizi, mentre curiosamente non arriva mai il tempo per tagliare le tante poltrone e i tanti costi che un sistema con 21 organismi (12 Aziende sanitarie, 3 Estav, 3 Aziende ospedaliere, il Meyer, l’Ispo e la Fondazione Monasterio) implica per sua natura».