Toscana

Sant’Egidio: Romano Prodi, attenzione alla paura anti immigrazione e anti Islam

In un’era di globalizzazione – ha detto Prodi – «non stupisce se le tensioni sono aumentate». La guerra fredda le teneva «stabili e sotto la cenere». Ma oggi «queste tensioni sono venute in superficie» e sono diventate «motivi di politica interna». Ciò rappresenta «uno dei rischi per la politica occidentale». «La paura – ha quindi proseguito l’ex presidente della commissione Europea – è sempre stata uno strumento di politica e un motivo di indebolimento della democrazia ma oggi viene usata in maniera molto forte così che le tensioni anti-immigrazione, anti-islamica e anti-diverso sono diventate un pericoloso strumento di politica interna che rende difficilissimo un progetto di integrazione europea». Gli esempi concreti sono numerosissimi. Prodi cita il dibattito europeo che si è generato sull’operazione «Triton» e sul fenomeno dell’immigrazione.

L’Europa – ha quindi ribadito Prodi – ha una grande responsabilità e «può svolgere un ruolo importante perché ha vissuto una grande esperienza di perdono e riconciliazione». L’invito ai partecipanti della Conferenza internazionale è di saper uscire dal «dialogo delle élite per renderlo popolare». E questo passaggio può realizzarsi solo promuovendo insieme processi di dialogo concreti, iniziative comuni. Prodi propone come esempio di costruzione di dialoghi permanenti la creazione di università comuni con sede al Cairo e ad Atene, a Catania o a Barcellona per formare al dialogo una nuova generazione di studenti». Altra questione di interesse e azione comune può essere l’impegno ecologico per salvare il Mediterraneo dall’inquinamento. «Sono iniziative – ha detto Prodi – che possono portare il grande dialogo di vertice alla base trasformandolo in azione quotidiana» e in una «mobilitazione popolare e positiva» che «cambia la mentalità».