Italia

SCIENZA E VITA, DALLA TAVOLA ROTONDA, UN’AGENDA ITALIANA SUI TEMI DI BIOPOLITICA

Un’”agenda italiana” sui temi di biopolitica. A proporla è stato Pierluigi Bersani, segretario del Partito democratico, intervenuto questo pomeriggio – con Angelino Alfano e Pierferdinando Casini – alla tavola rotonda dell’VIII Congresso nazionale di “Scienza & Vita”, moderata dal direttore del quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio. “Sulle questioni legate all’etica della vita – ha spiegato Bersani – è evidente che non esiste negozio dei valori, e neanche della gerarchia dei valori. C’è, però, un compito della politica che consiste nel compromesso, nel promettere assieme una soluzione ai problemi che urgono”, in particolare alle “novità” che emergono nelle questioni bioetiche, e che richiedono risposte di “biopolitica”. In materia di bioetica, ha sottolineato Bersani, “c’è una sostanza etica che è pre-politica: ci deve essere, per credenti e non credenti, un universo condiviso di valori per reggere una società: qualunque aggregazione sociale non può sussistere nel relativo”. “Si può essere non credenti e rifiutare l’idea del diritto come pura convenzione, e dell’uomo come semplice prodotto della natura”, ha affermato Bersani, esortando credenti e non credenti a “discutere di più, nel riconoscimento reciproco”.“Il governo che nasce oggi è un governo che non ha, e non poteva avere, in agenda le questioni etiche”, ha detto Pierferdinando Casini, segretario dell’Udc, secondo il quale il compito dei cattolici, nelle questioni bioetiche, è “consolidare il consenso, per evitare che le leggi in tale materia vengano messe in discussone ad ogni cambio di legislatura”. “La Chiesa italiana – ha affermato Casini – ha una responsabilità straordinaria in Europa: noi cattolici dobbiamo fare un salto ulteriore, dobbiamo fare di tutto perché ci sia una base di condivisione sempre più larga”, attraverso la capacità di “guardare oltre il contingente”. Angellino Alfano, segretario del Pdl, ha ricordato l’agenda bioetica promossa dal suo governo, che parte dalla convinzione che “la famiglia viene prima dello Stato” e che “la vita qualcuno la dà, qualcuno la toglie, ma quel qualcuno non è il Parlamento”. Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, ha ricordato che “sui temi di bioetica esiste un grande dibattito civile e politico” e che “in un tempo difficile, di sacrifici”, è urgente chiedersi “su quali basi occorre rifondare la convivenza”, riscoprendo anche “il senso del limite”. E proprio la posizione della Chiesa italiana sulle questioni bioetiche, ha concluso Tarquinio, rappresenta un “segno profetico”, in un’Europa che sta dando “segnali piccoli, ma rilevanti, di un’inversione di tendenza”. (Sir)