Lettere in redazione

Sconcerto per l’accordo Pd-Radicali

Caro Direttore,l’ingresso dei Radicali nel Pd ha creato sconcerto nei potenziali elettori di questo nuovo partito; i cattolici e i moderati conoscono assai bene le posizioni estreme dei seguaci di Pannella sui temi etici, ma anche la sinistra moderata non apprezza le loro idee liberiste in economia. Insomma in questo «calderone» dove c’è di tutto e di più, sarà difficile convivere. Veltroni era partito bene, ma alla fine ha creato solo confusione. Loris Bianchiindirizzo email

L’accordo con i Radicali ha determinato, come lei dice, caro Bianchi, «sconcerto» e non solo tra quegli elettori cattolici che guardano con interesse – e con intenzione di voto – al Partito Democratico. Di questo sconcerto e delle possibili conseguenze sul piano elettorale si è fatto interprete «Famiglia Cristiana», un settimanale non certo pregiudizialmente ostile al centro-sinistra e lo ha fatto con espressioni anche molto forti, parlando di «pasticcio veltroniano in salsa radicale».

L’accordo prevede l’elezione sicura di 9 parlamentari (7 alla camera e 2 al Senato); Emma Bonino capolista in una circoscrizione del Piemonte e nel caso di vittoria un posto da Ministro; avranno inoltre una porzione del rimborso spese elettorali. I Radicali eletti confluiranno nei gruppi parlamentari del Pd. Questo innesto suscita oggettivamente grosse perplessità: quelle dei cattolici presenti nel Pd perché sulle questioni etiche i Radicali da sempre sono portatori di una visione antitetica. E sempre ne sono stati banditori, anche con iniziative clamorose in cui sono maestri.

Ma le perplessità toccano anche altri ambiti, quali – scrive ancora «Famiglia Cristiana» – «l’indebolimento programmatico dello Stato sociale e l’insistenza sulle liberalizzazioni che dovrebbero dispiacere ai simpatizzanti della sinistra che si riconosce nel Pd».

A queste critiche si risponde – a mio parere, con qualche imbarazzo – che «i Radicali entrati nelle liste hanno condiviso il programma, il codice etico e i valori, precludendosi altre strade e garantendo il rispetto degli impegni». I Radicali entrati in lista, forse. Ma gli altri, a cominciare da Pannella? Realisticamente credo che le riserve sull’operazione restino tutte.

«Eppure Veltroni era partito bene» lei dice ed è vero: anzi la sua decisione di «correre da soli per correre liberi», come si conviene ad un partito a vocazione maggioritaria, ha determinato dei contraccolpi che hanno mutato e semplificato il quadro politico col confluire nella lista Arcobaleno dei partiti alla sinistra del Pd e di Fini nel Popolo della Libertà. Poi però sono venute… le eccezioni: prima l’apparentamento con Di Pietro, poi l’accordo con i Radicali.

E un processo in parte analogo è avvenuto nel Pdl, dove sono confluite persone e raggruppamenti molto eterogenei: da Dini alla Mussolini a Giovanardi, oltre ai Radicali Capezzone e Della Vedova. Questi innesti nei due maggiori partiti aiutano – forse – a vincere le elezioni dato il meccanismo di questa legge elettorale. C’è il rischio però che si dimostrino ancora una volta negative nell’azione di governo.