Firenze

Scoppio del carro, volo della colombina perfetto

Gambelli: purtroppo nel mondo ci sono altre esplosioni, la pace sembra un'utopia. Abbiamo bisogno di un'intelligenza relazionale, più di quella artificiale

Volo della colombina perfetto: è l’auspicio che i fiorentini aspettano ogni anno a Pasqua. Il razzo a forma di colomba, acceso col cero pasquale dall’arcivescovo Gherardo Gambelli al canto del Gloria, ha percorso la navata della cattedrale, ha innescato lo scoppio del carro ed è rientrato in cattedrale senza intoppi. segno che, secondo la tradizione, indica buoni raccolti, prosperità e pace. In tantissimi hanno assistito al rito fuori e dentro la cattedrale.

Ad innescare il fuoco sacro sono le pietre del Santo Sepolcro, portate da Pazzino de’ Pazzi dopo le Crociate, usate nella veglia pasquale: il fuoco poi è stato conservato tutta la notte in uno speciale braciere. lo scoppio del carro simboleggia proprio l’invio del fuoco sacro su tutta la città.

Oggi purtroppo nel mondo vediamo altre esplosioni, ha ricordato l’arcivescovo Gambelli nell’omelia. “La pace sembra un’utopia”, ha sottolineato. “Abbiamo bisogno di un’intelligenza relazionale, più di quella artificiale” ha proseguito: la società globalizzata ci rende vicini ma non ci rende fratelli se non compiamo gesti di speranza. Quindi l’invito a combattere l’individualismo che corrode la speranza, a imparare a dire grazie a tutti coloro che si impegnano per il bene comune: “Penso in particolare a quanti si spendono per educare tanti giovani che hanno perso fiducia nel futuro, sono disorientati, abbandonano la scuola e il lavoro, rischiano di cadere negli inganni delle dipendenze o di sviluppare atteggiamenti violenti. Penso a coloro che non si stancano di difendere i diritti dei lavoratori a un impiego stabile e sicuro, soprattutto in questo tempo segnato da numerose crisi aziendali, anche nel nostro territorio. Penso a quanti cercano di rispondere al problema dell’emergenza abitativa, mettendo a disposizione case per accogliere famiglie, chi non ha grandi possibilità economiche, chi cerca rifugio fuggendo da situazioni di guerra o di fame, o chi esce dal carcere e tenta faticosamente di reinserirsi nella società”.

Lo scoppio del carro, ha aggiunto, ci ricorda che la resurrezione non riguarda solo Gesù, che tutti noi siamo chiamati a condividere la sua vita immortale. Ci infonde il coraggio per non rassegnarci di fronte alle ingiustizie del mondo.