Vita Chiesa

SINODO AFRICA, MESSAGGIO AL POPOLO DI DIO: AFRICA, ALZATI!

In un mondo pieno di contraddizioni e in crisi, dove migliaia di persone muoiono ogni giorno per povertà, malattia, fame, situazioni tragiche, l’Africa, pur essendo la più colpita, non deve disperare. È all’insegna del grido “Africa, alzati!” che i padri sinodali hanno consegnato oggi il loro “messaggio al popolo di Dio”, documento finale del Sinodo (testo integrale) che si concluderà domenica in Vaticano. Il testo, redatto in quattro lingue – inglese, portoghese, francese e italiano – ricorda la situazione “vergognosa” di molti Paesi, ma anche le “buone notizie” presenti in diverse parti del Continente, largamente ignorate da media che “sembrano concentrarsi sulle nostre disgrazie” piuttosto che “sugli sforzi positivi che stiamo compiendo”. Tra questi, l’avvio di cammini di pace in nazioni uscite da lunghi anni di guerra, casi d “buon governo” e iniziative intraprese per dare una soluzione di problemi che affliggono l’Africa. Suddiviso in sette parti, più un’introduzione e una conclusione, il messaggio del Sinodo parla “alla Chiesa universale” e a quella africana, ai sacerdoti e ai fedeli laici, rivolgendo appelli al mondo politico e alla comunità internazionale.È la “riconciliazione vera” che “può spezzare il circolo vizioso dell’offesa, della vendetta e del contrattacco”, scrivono i padri sinodali nel messaggio finale, ricordando la centralità del perdono “anche prima di qualsiasi ammissione di colpa”. “Essere strumento di pace e di riconciliazione” è un dovere per la Chiesa in Africa, “sia come famiglia di Dio sia come singoli fedeli”. Vi potrà far fronte “nella misura in cui essa stessa è riconciliata con Dio”, ricordando che “le sue strategie per la riconciliazione, la giustizia e la pace nella società devono andare oltre e più in profondità di quanto il mondo tratti queste questioni”. Proclamare il Vangelo di Cristo è “il primo e specifico contributo della Chiesa ai popoli d’Africa” per dar vita a quel “cambiamento del cuore che deriva dalla conversione al Vangelo” e permettere di essere “strumenti di riconciliazione”, senza “aver paura, e ancor meno essere scoraggiati, dall’enormità dei problemi del nostro continente”.L’accoglienza dei migranti è “un dovere da soddisfare oggi”, ricorda il “messaggio al popolo di Dio” del Sinodo dei vescovi, raccomandando “all’adeguata attenzione pastorale della Chiesa” i “molti figli e figlie d’Africa” che “hanno lasciato la loro casa per cercar dimora in altri continenti”. “La Chiesa in Africa – prosegue il testo – ringrazia Dio per i suoi numerosi figli e figlie che sono missionari”, mentre esprime “profondo apprezzamento per i molti missionari, sacerdoti, religiosi e fedeli laici, che da altri continenti hanno portato la fede alla maggior parte dei Paesi in Africa, molti dei quali vi stanno ancora lavorando con zelo e dedizione eroica”. Il Sinodo ricorda in particolare “quelli che sono rimasti con la loro gente anche in tempo di guerra e di gravi crisi”, alcuni dei quali hanno “pagato con la propria vita la loro fedeltà”.La “fedeltà agli impegni sacerdotali, in particolare a una vita di celibato nella castità, come pure a un distacco dalle cose materiali, è una testimonianza eloquente al Popolo di Dio”. Così il Sinodo, nel messaggio finale, si rivolge ai “fratelli nel sacerdozio”, ricordando che essi rappresentano “per la gente la faccia più visibile del clero, sia all’interno della Chiesa, sia all’esterno”. I vescovi si rivolgono poi agli “uomini e donne di vita consacrata”, ai fedeli laici, ai cattolici “impegnati nella vita pubblica”, alle famiglie cattoliche, agli uomini e alle donne, ai giovani. Ai laici, “Chiesa di Dio nei luoghi pubblici della società”, raccomandano di acquisire una “cultura religiosa”, sottolineando l’“importanza capitale” delle università cattoliche”. Mettono in guardia le famiglie “contro gli attacchi di velenose ideologie provenienti dall’estero, che pretendono di essere cultura «moderna»” e auspicano il riconoscimento “nella sfera sociale” del contributo delle donne, “spina dorsale della nostra Chiesa locale”. L’Africa ha bisogno di “politici santi che sgombreranno il continente dalla corruzione, che lavoreranno per il bene della gente e che sapranno come galvanizzare altri uomini e donne di buona volontà al di fuori della Chiesa ad unirsi contro i mali comuni che assillano le nostre nazioni”. L’appello, contenuto nel messaggio finale del Sinodo dei vescovi per l’Africa, riecheggia la speranza “che emergano in Africa politici e capi di stato santi” contenuta nell’esortazione postsinodale di Giovanni Paolo II “Ecclesia in Africa”, e pone come esempio la figura di Julius Nyerere, primo capo di stato della Tanzania, del quale è in corso la causa di canonizzazione. Il documento denuncia poi la diffusione del “fanatismo religioso” e le restrizioni alla “libertà di religione”, la quale “comprende anche la libertà di condividere la propria fede, di proporla, non d’imporla, di accettare e accogliere coloro che si convertono”. “Il dialogo e la collaborazione prospereranno quando c’è rispetto reciproco”, rilevano i vescovi, per i quali “quelle nazioni che per legge proibiscono ai loro cittadini di abbracciare la fede cristiana” li privano di un “diritto umano fondamentale”. “La Chiesa non è seconda a nessuno nella lotta contro l’Hiv/Aids e nella cura delle persone infette e contagiate da esso”, rileva il Sinodo dei vescovi africani nel suo “messaggio al popolo di Dio”, ricordando, in sintonia con il Papa, che “il problema non può essere superato con la distribuzione di profilattici”. “Chiediamo a tutti coloro che sono genuinamente interessati ad arrestare la trasmissione sessuale dell’Hiv/Aids – riporta il documento – di riconoscere il successo già ottenuto dai programmi che consigliano l’astinenza tra i non sposati e la fedeltà tra gli sposati”, modalità che “offre la miglior protezione contro la diffusione di questa malattia” ed è “in armonia con la morale cristiana”. Pur lodando il “lavoro positivo” delle agenzie dell’Onu in Africa “per lo sviluppo, il mantenimento della pace, la difesa dei giusti diritti delle donne e dei bambini, la lotta alla povertà” e “alle malattie”, il Sinodo chiede maggiore trasparenza, denunciando “i tentativi furtivi di distruggere e scalzare i preziosi valori africani della famiglia e della vita umana”. Infine, l’appello ai “grandi” di trattare il continente “con rispetto e dignità” e la richiesta di un “cambiamento” circa la questione del debito, che “pesa sui Paesi poveri, uccidendo letteralmente i bambini”. Sir