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Sintesi della Nota sull’evangelizzazione

Pubblichiamo la sintesi della “Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione” a cura della Congregazione per la Dottrina della Fede, presentata venerdì 14 dicembre 2007.

NOTA DOTTRINALE SU ALCUNI ASPETTI DELL’EVANGELIZZAZIONE

PUNTI RICAPITOLATIVI

I. Introduzione

1. La Nota Dottrinale è dedicata principalmente all’esposizione della comprensione della missione evangelizzatrice cristiana come è intesa dalla Chiesa Cattolica, che è di annunciare il Vangelo di Gesù Cristo; la parola “Vangelo” è la traduzione della parola “evangelion” nel greco del Nuovo Testamento. “Inviato dal Padre ad annunciare il Vangelo, Gesù Cristo chiama tutti gli uomini alla conversione e alla fede. ‘Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato’ (Mc 16, 15-16)”. [n.1]

2. La Nota Dottrinale cita la Lettera Enciclica di Papa Giovanni Paolo II Redemptoris missio ricordando che: “‘Ogni persona ha il diritto di udire la buona novella di Dio che si rivela e si dona in Cristo, per attuare in pienezza la sua propria vocazione.’ A questo diritto corrisponde il dovere di evangelizzare”. [n. 2]

3. Oggi esiste “una crescente confusione” sul comando missionario della Chiesa. Alcuni ritengono che “ogni tentativo di convincere altri in questioni religiose sia un limite posto alla libertà”, suggerendo che basti “invitare le persone ad agire secondo coscienza”, e “aiutare gli uomini a essere più uomini o più fedeli alla propria religione, che basta costruire comunità capaci di operare per la giustizia, la libertà, la pace, la solidarietà”, senza mirare alla conversione a Cristo ed alla fede cattolica.

Altri sostengono che non si deve promuovere la conversione a Cristo perché è possibile essere salvati senza una conoscenza esplicita di Cristo e senza una incorporazione formale alla Chiesa. “Di fronte a tali problematiche, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha ritenuto necessario pubblicare la presente Nota“. [n. 3]

II. Alcune implicazioni antropologiche

4. Alcune forme di agnosticismo e relativismo negano la capacità umana di conoscere la verità, mentre la libertà umana non può essere svincolata dal suo riferimento alla verità. Dio ha donato agli uomini l’intelligenza e la volontà per poter conoscere e amare ciò che è buono e vero. La realizzazione definitiva della vocazione della persona umana sta nell’accettazione della rivelazione di Dio in Cristo come annunciata dalla Chiesa.

5. Non ci si può impegnare nella ricerca della verità contando solo sulle proprie forze, ma inevitabilmente tale ricerca implica l’aiuto altrui e la fiducia nella conoscenza ricevuta da altri. Così l’insegnamento e il dialogo con i quali si sollecita una persona, nella piena libertà, a conoscere ed amare Cristo non è una indebita intromissione nella libertà umana, “bensì una legittima offerta ed un servizio che può rendere più fecondi i rapporti fra gli uomini”. [5]

6. La trasmissione delle verità affinché siano accettate dagli altri è anche in sintonia con il naturale desiderio dell’uomo di rendere partecipi gli altri dei propri beni, che per i cattolici includono il dono della fede in Gesù Cristo. I membri della Chiesa naturalmente desiderano condividere con gli altri la fede che è stata gratuitamente donata loro.

7. Con l’evangelizzazione, le culture sono positivamente toccate dalla verità del Vangelo. Parimenti con l’evangelizzazione i membri della Chiesa Cattolica si aprono a ricevere i doni di altre tradizioni e culture, poiché “Ogni incontro con una persona o una cultura concreta può svelare delle potenzialità del Vangelo poco esplicitate in precedenza, che arricchiranno la vita concreta dei cristiani e della Chiesa”. [n. 6]

8. Ogni approccio al dialogo che comporti la coercizione o un’impropria istigazione, irrispettosa della dignità e libertà religiosa dei due attori del dialogo, non può sussistere nell’evangelizzazione cristiana.

III. Alcune implicazioni ecclesiologiche

9. “Sin dal giorno di Pentecoste (…) il Vangelo, nella potenza dello Spirito, è annunciato a tutti gli uomini, affinché credano e diventino discepoli di Cristo e membri della sua Chiesa”. “Conversione” è un “cambiamento di mentalità e di azione”, espressione della nostra nuova vita in Cristo; è una dimensione della vita cristiana.

10. Per l’evangelizzazione cristiana “l’incorporazione di nuovi membri alla Chiesa non è l’estensione di un gruppo di potere, ma l’ingresso nella rete di amicizia con Cristo, che collega cielo e terra, continenti ed epoche diverse”. In tal senso, “La Chiesa è, dunque, veicolo della presenza di Dio e perciò strumento di una vera umanizzazione dell’uomo e del mondo”. [n. 9]

11. La Nota Dottrinale cita la “Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo” (Gaudium et Spes) del Concilio Vaticano II per affermare che il rispetto della libertà religiosa e la sua promozione “non devono in alcun modo renderci indifferenti verso la verità e il bene. Anzi lo stesso amore spinge i discepoli di Cristo ad annunciare a tutti gli uomini la verità che salva”. [n. 10] Questa missione di amore deve essere portata a compimento con l’annuncio della parola e la testimonianza di vita. “Affinché la luce della verità sia irradiata a tutti gli uomini, è necessaria anzitutto la testimonianza della santità. Se la parola è smentita dalla condotta, difficilmente viene accolta”. Inoltre si legge ancora nella Nota, che riporta la citazione dell’Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi, di Papa Paolo VI, “anche la più bella testimonianza si rivelerà a lungo impotente, se non è illuminata, giustificata …. ed esplicitata da un annuncio chiaro e inequivocabile del Signore Gesù”. [n. 11] IV. Alcune implicazioni ecumeniche

12. Il Documento della Congregazione per la Dottrina della Fede ribadisce l’importante ruolo dell’ecumenismo nella missione evangelizzatrice della Chiesa. Le divisioni dei cristiani possono seriamente compromettere la credibilità della missione evangelizzatrice della Chiesa. Se l’Ecumenismo riuscirà a realizzare una maggiore unità fra i cristiani, anche l’evangelizzazione ne risulterà più efficace.

13. Quando l’evangelizzazione cattolica viene compiuta in un paese dove vivono cristiani non cattolici, i cattolici devono portare a compimento la propria missione prestando la massima attenzione a: “un vero rispetto per la loro tradizione e le loro ricchezze spirituali” e in “un sincero spirito di cooperazione”. L’evangelizzazione può progredire con il dialogo e non con il proselitismo. Con i cristiani non cattolici, i cattolici devono intrattenere un rispettoso dialogo di carità e verità, un dialogo che non sia soltanto uno scambio di idee, ma anche uno scambio di doni, così che la pienezza dei mezzi salvifici sia offerta ai propri compagni nel dialogo. In tal modo viene incoraggiata una loro più profonda conversione a Cristo.

“Al riguardo va notato che se un cristiano non cattolico, per ragioni di coscienza e convinto della verità cattolica, chiede di entrare nella piena comunione della Chiesa cattolica, ciò va rispettato come opera dello Spirito Santo e come espressione della libertà di coscienza e di religione. In questo caso non si tratta di proselitismo, nel senso negativo attribuito a questo termine”. [12]

V. Conclusione

14. La Nota Dottrinale ricorda che il mandato missionario appartiene alla natura autentica della Chiesa. Al riguardo viene riportata una citazione di Papa Benedetto XVI. “L’annuncio e la testimonianza del Vangelo sono il primo servizio che i cristiani possono rendere a ogni persona e all’intero genere umano, chiamati come sono a comunicare a tutti l’amore di Dio, che si è manifestato in pienezza nell’unico Redentore del mondo, Gesù Cristo”. Il paragrafo conclusivo contiene una citazione della prima Enciclica di Papa Benedetto Deus Caritas est: “L’amore che viene da Dio ci unisce a Lui e ‘ci trasforma in un Noi che supera le nostre divisioni e ci fa diventare una cosa sola, fino a che, alla fine, Dio sia tutto in tutti‘ (1 Cor 15,28)”.