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Siria: attentato a chiesa greco-ortodossa a Damasco
Attentato ieri a Damasco alla chiesa greco-ortodossa di S.Elia. L’attacco, rivendicato dall’Isis, ha causato almeno 20 morti e oltre 60 feriti, molti dei quali versano in condizioni critiche. La condanna del vicario apostolico latino di Aleppo, mons. Jallouf: "un attacco contro i cristiani contro tutta la Siria, il suo popolo"

“Due giovani, al grido ‘Allah Akbar’, sono penetrati nella chiesa durante la liturgia. Uno di questi ha cominciato a sparare sui fedeli presenti mentre l’altro, dotato di una cintura esplosiva, si è fatto saltare in aria”: così mons. Hanna Jallouf, Vicario apostolico di Aleppo, massima autorità dei fedeli cattolici di rito latino in Siria, racconta al Sir la strage nella chiesa greco cattolica di Mar Elias avvenuta nel pomeriggio di ieri nel quartiere di Dwela, a Damasco. L’attacco, rivendicato dall’Isis, ha causato almeno 20 morti e oltre 60 feriti, molti dei quali versano in condizioni critiche. Nella chiesa si trovavano, afferma il vicario, circa 350 persone.
“Non si è trattato di un attacco contro i cristiani ma contro tutta la Siria, il suo popolo, contro i musulmani – rimarca il vicario -. Un tentativo di destabilizzare il Paese in un momento in cui cerca di rialzarsi dopo una lunga guerra”.
Anche il Governo siriano, di matrice islamista, ha accusato l’Isis della strage, mentre il Patriarcato ortodosso di Damasco ha esortato le nuove autorità siriane ad “assumersi la piena responsabilità” per l’attentato. In una nota, il Patriarcato afferma che “il Governo non fa nulla per garantire l’inviolabilità delle chiese e la protezione di tutti i cittadini”. Mons. Jallouf, a riguardo, dichiara di aver parlato con le autorità e di aver chiesto la sorveglianza davanti alle chiese e ai luoghi di culto: “la gente ha paura di nuovi attacchi – dice al Sir – e vede l’aumento della vigilanza come una possibile soluzione”. Dal vicario apostolico latino è arrivato anche un messaggio di cordoglio e di vicinanza al patriarcato greco ortodosso. Nel testo si condanna con fermezza l’attentato terroristico che “colpisce civili innocenti e fedeli in preghiera nella casa di Dio” e si ribadisce la richiesta alle autorità di governo di “assumersi la responsabilità di proteggere i cittadini e di promuovere la vigilanza per la loro sicurezza, specialmente durante il culto”. Di “precedente pericoloso per il Paese” parla padre Ibrahim Alsabagh, originario di Damasco e adesso parroco di Nazareth. “Ringrazio tutti coloro che chiedono notizie della mia famiglia a Damasco, dopo l’attentato alla chiesa greco ortodossa di Sant’Elia” scrive il frate in un messaggio pervenuto al Sir in cui aggiunge particolari alla dinamica dell’attacco: “I due attentatori si sono avvicinati e hanno aperto il fuoco, prima sui bambini che giocavano nel cortile della chiesa, e poi sui fedeli all’interno. Uno di loro si è fatto esplodere all’interno della chiesa. La mia famiglia sta bene, ma ci sono molti martiri e molti feriti. Che Dio protegga tutti, guarisca i feriti e ci aiuti per intercessione dei nuovi martiri”.
Reazioni. “Questo atto criminale, che ha preso di mira membri della comunità cristiana – afferma il ministero degli Esteri siriano – è stato un tentativo disperato di minare la coesistenza nazionale e di destabilizzare il Paese”. Per la Turchia, sostenitore del presidente Ahmad al Sharaa, si è trattato di un “attacco a tradimento” per “seminare il caos” nella società siriana. “Siamo convinti che il governo e il popolo siriano rimarranno uniti e solidali e continueranno con determinazione la loro lotta contro le organizzazioni terroristiche che cercano di seminare il caos nel paese”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri turco. Ferma la condanna della Francia e dura la reazione di condanna delle Nazioni Unite. L’inviato speciale per la Siria, Geir O. Pedersen, ha espresso “la sua indignazione per questo crimine atroce” e chiesto alle autorità siriane “un’indagine approfondita”. “Mi stringo ai familiari delle vittime. Ancora una volta, la comunità cristiana si ritrova drammaticamente nel mirino dell’estremismo e dell’intolleranza religiosa – afferma il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana -. Fatti come questo ci dimostrano quanto sia urgente alzare il livello di attenzione e l’impegno internazionale a tutela dei milioni di cristiani perseguitati nel mondo”.