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SISMA IN EMILIA: GEOLOGI TOSCANI, “MIGLIORARE I MECCANISMI DI PREVENZIONE”

«Ancora una volta la terra trema e le costruzioni crollano e uccidono persone. Quel che possiamo fare noi geologi è migliorare tutti i meccanismi di prevenzione. Come operatori della prevenzione non possiamo permetterci di abbandonarci alla costernazione ed allo sconforto lavoriamo insieme perché i prossimi eventi sismici, ovunque colpiranno, trovino popolazione e patrimonio edilizio ben preparato. Credo che questo sia il miglior modo di onorare le vittime». Maria Teresa Fagioli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana, parla dell’unica soluzione contro i terremoti, la prevenzione. E esprime un messaggio di solidarietà. «L’Emilia Romagna ha un ottimo servizio geologico e non è certo carente di geologi, ma in questo tragico momento, i colleghi emiliani sappiano di poter contare anche sui colleghi toscani». Il sisma di domenica che ha provocato sette morti e distruzione tra Modena e Ferrara ha riportato alla ribalta tutto quello che c’è da fare quando si parla di terremoti. «La Toscana è molto delicata da un punto di vista dei terremoti – ricorda Maria Teresa Fagioli – tanto che l’80% del territorio toscano è a rischio sismico. E su 287 Comuni, 196 hanno i propri territori, che ospitano il 70% degli edifici pubblici e privati dell’intera Regione, nelle fasce più pericolose». La Toscana ha fatto molto in materia, ma un posso importante sarà fatto quando sarà estesa a tutto il territorio regionale a rischio la microzonazione sismica. «Il problema è che se è relativamente facile intervenire normativamente sulle nuove costruzioni, il nostro patrimonio edilizio storico è quello che è, spesso per quanto riguarda molti edifici pubblici, scuole comprese, in precario stato di manutenzione strutturale. Le aree costruite dovranno essere valutate in maniera più dettagliata, edificio per edificio. Ricordiamoci sempre che il terremoto di per sé non uccide, sono le case che crollano addosso agli abitanti ad uccidere. Il lavoro di microzonazione è già stato inserito in alcuni strumenti urbanistici, ma c’è da risolvere il problema di quanto già costruito, verificarne l’affidabilità»