Toscana

«Siticibo» contro lo spreco e la fame

di Marco Lapi

«Il Banco rilancia», avevamo titolato alla fine dello scorso novembre sul paginone di Toscanaoggi dedicato alla Colletta Alimentare. Parlavamo dell’ampliamento del magazzino di Calenzano e del debutto, sia pure in via sperimentale, del progetto «Siticibo». Grazie a un finanziamento della Provincia di Firenze, infatti, fin dai primi di ottobre era stato possibile recuperare quotidianamente, da otto mense scolastiche di Sesto Fiorentino, pane, frutta e merendine per ridistribuirle a quattro istituti assistenziali. Un altro piccolo passo nella lotta contro lo spreco e la povertà sempre crescente, ma anche una bella testimonianza educativa per gli alunni che da allora in poi sono stati attenti a non sprecare il cibo e hanno smesso di tirarsi le palline di mollica, sapendo che i panini risparmiati venivano a prenderli gli «omini vestiti di giallo» del Banco Alimentare per metterli a disposizione di chi non ne aveva.

E come in una vera partita a poker, ora a rilanciare è stata la Provincia: centomila euro per il 2008, con la prospettiva di un rinnovo per i prossimi due anni, per dare stabilità e ulteriori orizzonti al progetto. Un finanziamento grazie al quale i volontari del Banco potranno uscire dalla fase sperimentale per passare al recupero del «non scodellato» delle mense aziendali. La prima ad essere interessata sarà quella delle Officine Galileo: tutti i giorni al termine del pranzo un furgone (da acquistare con i fondi messi a disposizione) raccoglierà i pasti non serviti e opportunamente refrigerati per ridistribuirli a Caritas diocesana di Firenze, Madonnina del Grappa, Suore di Madre Teresa e Misericordia di Rifredi che, la sera stessa, potranno così trasformarli nella cena per un migliaio di persone circa.

Il protocollo relativo allo stanziamento che dà il via definitivo al progetto Siticibo – reso possibile, a livello normativo, dalla cosiddetta «Legge del Buon Samaritano» del luglio 2003 ma fino ad oggi pienamente realizzato solo a Milano e Como – è stato firmato lunedì 28 aprile nella Sala Oriana Fallaci della Provincia di Firenze dal presidente della Provincia stessa Matteo Renzi e da Natale Bazzanti, presidente del Banco Alimentare della Toscana. Per dare piena operatività all’iniziativa, il Banco assumerà due persone che opereranno assieme ai volontari, quotidianamente sempre attivi non solo nella fase sperimentale di Siticibo ma anche nel recupero di prodotti dalla grande distribuzione organizzata che costituisce il loro lavoro umile, ordinario e continuo, lontano dai «riflettori» della Colletta eppure non meno prezioso.

Ma la firma del protocollo è stata resa ancor più significativa dalla volontà del presidente Renzi di dedicare l’avventura fiorentina di Siticibo alla memoria di Graziano Grazzini, il capogruppo di Forza Italia in Consiglio provinciale scomparso un anno e mezzo fa, grande amico del Banco, sempre in prima fila in occasione della Colletta ma anche primo propugnatore della stessa idea di Siticibo in Provincia. Per questo, assieme a Renzi e Bazzanti, a presentare l’iniziativa c’erano il neoparlamentare Gabriele Toccafondi e il presidente del Consiglio provinciale Massimo Mattei, a completare un poker di amici veri di Graziano – tanto per tornare all’immagine iniziale – seduti allo stesso tavolo per ricordarlo attraverso un’iniziativa concreta di solidarietà come questa e con parole tutt’altro che formali. È stato infatti significativo e anche bello sentire due esponenti del Pd, come Renzi e Mattei, augurare buon lavoro a Gabriele Toccafondi, eletto alla Camera per il Popolo delle libertà, e sentir dire sinceramente a Mattei di essere contento e orgoglioso della sua presenza a Roma, nonostante il non averlo potuto votare perché dall’altra parte. E non meno significativi sono stati la commozione dello stesso Toccafondi e il silenzio con cui i presenti, a cominciare dai familiari di Grazzini – la moglie Giovanna, il babbo Gigi e Giulio, il secondo dei quattro figli – hanno atteso che terminasse l’ultima frase, per dire che voleva stare in Parlamento per fare politica «così come l’ha fatta Graziano». Il cui stile e la cui passione, nei suoi amici e non solo in loro, hanno evidentemente fatto buona scuola.