Toscana

Stop alle finte cooperative: anche in Toscana la raccolta di firme per un’economia più pulita

Stop alle finte cooperative. Anche la Toscana si mobilita nella raccolta di firme a sostegno della legge di iniziativa popolare che l’Alleanza delle cooperative italiane ha depositato a metà aprile in Cassazione. Entro metà ottobre dovrà raccoglierne almeno 50 mila, ma l’obiettivo, ben più ambizioso, è di raggiungere quota 100 mila. Si può firmare presso molti Comuni toscani, ma ci saranno anche iniziative specifiche. La campagna è stata presentata oggi a Firenze da Claudia Fiaschi, presidente di Confcooperative Toscana e attualmente anche dell’Alleanza. Accanto a lei il direttore di Confcooperative, Mauro Grandotto, e dirigenti delle tre confederazioni.

L’Alleanza, che nei mesi scorsi ha sottoscritto il «Manifesto per un’economia pulita», chiede al Parlamento di approvare una legge con misure più severe e più incisive per contrastare il fenomeno delle false cooperative, imprese che utilizzano strumentalmente la forma giuridica della cooperazione perseguendo finalità estranee a quelle mutualistiche.

In particolare, la proposta di legge – si legge in un comunicato ­- «prevede la cancellazione dall’Albo delle Cooperative e la conseguente perdita della qualifica di cooperativa, per le imprese che non siano state sottoposte alle revisioni/ispezioni». Infatti, se quelle che aderiscono alle tre confederazioni dell’Alleanza (Agci, Confcooperative e Legacoop) vengono regolarmente sottoposte a questi controlli (il Toscana hanno riguardato il 98% di quelle associate), non altrettanto avviene per le altre, che dovrebbero venir sottoposte a verifica dagli Uffici dello Stato. Nonostante un incremento nei controlli nello scorso anno, non si arriva al 20% di quelli dovuti. E le previsioni, visti i tagli ai fondi destinati a questo scopo, sono nere.

Tanto per dare qualche numero, in Toscana aderiscono all’Alleanza 2.200 cooperative su 4.000. È vero che le prime producono il 95% del fatturato, ma anche sulle altre 1.800 occorre vigilare per il bene di tutto il movimento, oltre che del Paese. La recente inchiesta di «Mafia Capitale» ha portato alla luce tante irregolarità nell’aggiudicazione e gestione di appalti pubblici da destare giustamente allarme sociale. Gli scandali non hanno toccato il tessuto cooperativo della nostra regione, ma prevenire è sempre meglio che dover intervenire dopo.

La proposta di legge chiede perciò «la definizione di un programma di revisioni, in via prioritaria, per quelle cooperative che non siano state sottoposte da lungo tempo alle revisioni o alle ispezioni, così come per le cooperative appartenenti ai settori più a rischio» e «la tempestiva comunicazione dello scioglimento delle cooperative all’Agenzia delle Entrate per contrastare il fenomeno di cooperative che nascono e cessano l’attività nel giro di pochi mesi accumulando debiti nei confronti dell’Erario». Altra richiesta è la creazione di «una cabina di regia al Mise che coordini i soggetti chiamati a vigilare sulle cooperative evitando sovrapposizioni e duplicazioni di adempimenti attraverso intese con consentano di coordinare revisori provenienti anche da altre Amministrazioni».

La battaglia dell’Alleanza delle Cooperative Italiane contro tutte le illegalità non finisce qua. La raccolta di firme è solo un tassello di una lotta che mette nel mirino anche «il massimo ribasso nelle gare d’appalto, che significa mancato rispetto del contratto di lavoro», le «infiltrazioni mafiose», grazie, all’applicazione del Protocollo di legalità già sottoscritto con il Ministero dell’Interno, il «rafforzamento della partecipazione dei soci ai processi decisionali», e, infine, «il sostegno agli osservatori territoriali della cooperazione». (Per info sull’iniziativa: www.facebook.com/StopFalseCooperative )

La scheda

Aderiscono all’Aci Toscana 2.200 cooperative, di cui 569 sociali o sanitarie, 269 nel settore agroalimentare e della pesca, 102 di consumo e dettaglianti (non solo le tre «grandi» ma anche le 60 piccole e medie che presidiano i piccoli centri), 606 di servizi e produzione, 218 di abitazione e 90 tra cultura, turismo e sport. Il valore della produzione è di 11,2 miliardi di euro, pari al 5,5% del Pil regionale che sale all’11,5, considerando l’indotto e l’effetto indiretto. Il grosso viene dalle cooperative di consumo o dettaglio (6,8 miliardi), ma importante è anche il settore sociale e sanitario e dei servizi (2,5 miliardi e 64 mila lavoratori) e quello agroalimentare e pesca (763,5 milioni e 50 mila produttori). Da non dimenticare poi le 29 Banche di credito cooperativo, terzo polo bancario toscano, con 380 sportelli e 15,1 miliardi di raccolta, di cui 13 (una quota ben più alta della media delle banche) impiegati a sostegno dell’economia toscana.