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Striscia di Gaza: precipitano a Gaza le condizioni delle donne incinte e dei bambini piccoli
La grave carenza di cibo ha costretto alla chiusura forni e cucine comunitarie, mentre i mercati sono quasi del tutto vuoti: le persone soffrono la fame e la loro salute sta rapidamente peggiorando

Precipitano a Gaza le condizioni delle donne incinte e dei bambini piccoli. I medici degli ospedali gestiti da Al-Awda, partner di ActionAid nella città, denunciano un netto aumento dei casi di malnutrizione grave tra donne in gravidanza, madri che allattano e bambini piccoli, mentre il blocco totale degli aiuti continua e le scorte alimentari rimaste stanno per esaurirsi. Da quaranta giorni – segnalano i medici -, nessun alimento, acqua potabile, medicinale o altro bene essenziale è entrato a Gaza, dopo che le autorità israeliane hanno chiuso tutti i valichi di frontiera e impedito l’ingresso di qualunque tipo di aiuto, in quella che equivale a una strategia di fame e punizione collettiva della popolazione. La grave carenza di cibo ha costretto alla chiusura forni e cucine comunitarie, mentre i mercati sono quasi del tutto vuoti: le persone soffrono la fame e la loro salute sta rapidamente peggiorando.
“Tutte le donne in gravidanza soffrono di anemia e carenza di ferro, a causa della mancanza di cibo o integratori nutrizionali – denuncia la dottoressa Wesal Abu Laban, pediatra e neonatologa, responsabile della nutrizione terapeutica presso l’ospedale Al-Awda -. Questo ha effetti negativi sulla gravidanza, perché la maggior parte dei neonati nasce con un peso inferiore alla norma, ovvero sotto ai 2,5 kg. Si registrano anche casi di aborto spontaneo e sanguinamenti che avvengono proprio perché le donne sono anemiche durante la gravidanza”.
Un’indagine recente condotta dal Nutrition Cluster ha rilevato che tra il 10% e il 20% delle donne in gravidanza e in allattamento è malnutrito, mentre un terzo delle circa 55.000 donne incinte presenti a Gaza è a rischio di complicazioni. I medici nella Striscia stanno effettuando circa 130 parti ogni giorno, ma le forniture mediche essenziali stanno rapidamente esaurendosi, secondo l’OMS. Come riportano i medici di Gaza, mentre crescono i bisogni sanitari della popolazione, il sistema sanitario della città – già al collasso – continua a ricevere ogni giorno decine di feriti a seguito degli attacchi militari israeliani.
A questo proposito, Riham Jafari, responsabile advocacy e comunicazione per ActionAid Palestina, ha dichiarato: “La comunità internazionale deve agire subito per porre fine in modo permanente a questa guerra, e per garantire il pieno ritiro dell’esercito israeliano da Gaza, come stabilito dagli accordi di cessate il fuoco. Gli aiuti salvavita devono poter entrare immediatamente e su larga scala per evitare che questa catastrofe umanitaria peggiori ulteriormente”.