Associazioni e movimenti
Striscia di Gaza: “salvare quante più vite umane sia possibile”
Lettera aperta firmata dai presidenti di Arci, Caritas italiana, Fcei, Fnomceo, Msfe Comunità di Sant’Egidio per sollecitare l’evacuazione da Gaza delle 14mila persone bisognose di cure e assistenza medica

“La situazione a Gaza è ormai catastrofica. La popolazione vive sotto attacco ed è stretta nella morsa della fame. Il sistema sanitario è devastato e non riesce a far fronte ai bisogni immensi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, circa 14mila persone devono essere urgentemente evacuate dalla Striscia di Gaza per ricevere cure mediche salvavita. Circa la metà di loro presenta lesioni traumatiche che non possono essere trattate in loco; le altre sono affette da patologie croniche complesse, come tumori e malattie cardiovascolari, che richiedono interventi specialistici immediati”. Comincia così la lettera aperta firmata dai presidenti di Arci, Walter Massa, Caritas italiana, mons. Carlo Roberto Maria Radaelli, Federazione delle Chiese evangeliche (Fcei), Daniele Garrone, Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, Medici senza frontiere (Msf), Monica Minardi, e Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, indirizzata ai ministri Antonio Tajani (Esteri) e Matteo Piantedosi (Interni) per sollecitare l’evacuazione da Gaza delle 14mila persone bisognose di cure e assistenza medica.
Un anno fa, si legge nella lettera aperta, “il Meccanismo di Protezione civile dell’Ue ha attivato un programma di evacuazioni mediche verso l’Europa, a cui l’Italia ha dato un contributo importante. Grazie al lavoro congiunto di vari attori istituzionali e al supporto di dieci strutture ospedaliere altamente specializzate, il nostro paese ha accolto 150 pazienti, accompagnati da oltre 450 familiari. Nei prossimi giorni, una nuova operazione porterà in Italia ulteriori bambini bisognosi di cure, per un totale di 50 persone inclusi gli accompagnatori. L’Italia si conferma così il quarto Paese al mondo – e il primo fra quelli occidentali – per numero di pazienti accolti da Gaza”.
Ma “le evacuazioni sono ancora largamente insufficienti rispetto ai bisogni. Il collasso delle strutture sanitarie di Gaza e le drammatiche condizioni di migliaia di pazienti in pericolo di vita, senza accesso adeguato a cibo, acqua e farmaci, impongono un’azione immediata e su scala molto più ampia. Le terribili immagini e testimonianze che arrivano in questi giorni da Gaza hanno suscitato una profonda indignazione e una crescente mobilitazione popolare, che deve essere canalizzata in azioni concrete. In tante occasioni nel passato, l’Italia ha saputo costruire iniziative di solidarietà attraverso la collaborazione tra istituzioni nazionali, enti locali, associazioni del terzo settore e privati cittadini: l’accoglienza dei profughi dai Balcani negli anni ’90 del secolo scorso e, più recentemente, il supporto a chi è fuggito dall’Ucraina e l’esperienza dei corridoi umanitari da Libano, Etiopia, Afghanistan e Libia”.
“Con questo stesso spirito e senso di urgenza, ribadendo con forza il nostro appello perché il governo faccia tutto il possibile per arrivare quanto prima a un cessate il fuoco permanente e all’ingresso degli aiuti nella Striscia”, i firmatari della lettera scrivono ai ministri “per mettere a disposizione le risorse e l’esperienza delle nostre organizzazioni per rafforzare il programma italiano di evacuazioni mediche da Gaza. Attraverso l’espansione della rete socio-sanitaria e la collaborazione pubblico-privato per creare nuovi posti in accoglienza potremo incrementare in modo sostanziale il numero di pazienti evacuati. Per fare – tutti insieme – la cosa più importante in questo momento così buio: salvare quante più vite umane sia possibile”.
La lettera si conclude con l’auspicio di un “diretto interessamento” dei due ministri “affinché venga convocato, a inizio settembre, un tavolo di confronto in cui discutere in termini più concreti la proposta”.