Italia

Su Prato lo tsunami Cenni

di Gianni Rossi

Tanto tuonò che piovve. Ma quello che si è abbattuto su Prato lunedì 22 giugno (il sabato, alla vigilia, aveva tra l’altro tuonato davvero per tutta la notte), per quanto da ultimo ipotizzato, è stato un vero e proprio tsunami. Altro che temporale. Dopo 63 anni di ininterrotto governo, la sinistra (dal 1995 trasformatasi in centrosinistra) perde la guida di Prato, la seconda città della Toscana e la terza del centro Italia. Una roccaforte che sembrava inespugnabile solo fino a pochi anni fa.

L’uomo che ha fatto la rivoluzione è Roberto Cenni, 57 anni, imprenditore tessile tra i più in vista di Prato, per essere il patron della Sasch (storico sponsor, tra gli altri, di Miss Italia), per molti anni presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. Per 1547 voti ha battuto il suo concorrente Massimo Carlesi (Pd), che quindici giorni prima aveva portato – e anche questo era stato un fatto storico – al ballottaggio. Il risultato finale ha dato Cenni al 50,88% con 44.567 voti, contro il 49,12% con 43.020 voti di Carlesi.

Rispetto al primo turno al candidato del centrosinistra sono mancati esattamente 5.000 voti; a Cenni, invece, soltanto 1.000. I numeri sono chiari: da una parte c’è stata la sorprendente capacità di Roberto Cenni di intercettare gli umori, le attese, la voglia di cambiamento della città che, peraltro, le stesse primarie del centrosinistra avevano a febbraio reso evidenti; dall’altra è l’astensionismo di sinistra ad aver determinato l’esito del voto. Un fenomeno che non riguarda peraltro soltanto Prato ma che nella città laniera ha visto saldarsi, in un mix letale per il Pd, il malcontento crescente per gli ultimi anni di governo locale, la rabbia diffusa nella base per le scelte del partito e, infine, le divisioni interne: chi non aveva ancora digerito la vittoria a sorpresa di Carlesi alle primarie  gliel’ha fatta pagare nell’urna. Ma se non ci fosse stato proprio lui con il suo appassionato impegno – è innanzitutto il centrodestra a sostenerlo – la batosta per il centrosinistra sarebbe arrivata probabilmente già al primo turno.

Resta invece al centrosinistra la Provincia, anche se per un soffio. Lamberto Gestri (Pd), infatti, ha vinto con 56.849 voti, pari al 50,85%, contro Cristina Attucci (Pdl) che ha ottenuto 54.952 voti, pari al 49,15%. Ma nei collegi del Comune di Prato – dove risiede buona parte della popolazione della provincia – ha prevalso la candidata del centrodestra.

Vittoria sul filo di lana anche a Montemurlo, dove Mauro Lorenzini (centrosinistra) ha vinto grazie a soli 79 voti in più rispetto al rivale Enzo Biscotti (centrodestra).

Per il Pd pratese, quello del presidente della Regione Claudio Martini e quello dell’on. Antonello Giacomelli, braccio destro di Dario Franceschini, si apre ora una stagione inedita di opposizione in Comune, con l’inevitabile resa dei conti interna.

Cenni, intanto, archiviata la grande festa di lunedì sera per le vie e le piazze del centro storico, manda i primi segnali da sindaco. E sono segnali molto chiari. Il primo provvedimento sarà un’ordinanza contro i venditori abusivi in via Pistoiese, il cuore della Chinatown. Poi ha detto chiaramente che il Polo espositivo all’ingresso della città non si farà (o si farà molto diversamente dai progetti attuali) e che le aziende partecipate dal Comune dovranno rientrare nell’alveo della responsabilità politica del sindaco e della sua Giunta.

Messaggi molto chiari. L’immigrazione, d’altra parte, è stato un tema centrale nella campagna elettorale. Tanto che perfino il discorso del Vescovo di Prato, mons. Gastone Simoni, per il Corpus Domini – in cui si facevano dei riferimenti ai drammi degli stranieri – è stato strumentalizzato e criticato da destra. Ma da subito – ecco il tema delle partecipate – si è aperta la discussione sul sistema di potere della sinistra che a Prato vede come nodo nevralgico il Gruppo Consiag, una delle principali aziende multisettoriali italiane (distribuzione di gas e non solo); il Comune di Prato ne detiene oltre il 30% delle azioni; il Polo espositivo era un progetto Consiag. Ma ora a Prato è tutta un’altra storia.