Vita Chiesa

SUPPLICA POMPEI, CARD. BERTONE: UN’OASI DI SPERANZA PER IL MEZZOGIORNO

“Le verità fondamentali della nostra fede ci vengono richiamate dalla cara immagine della Madonna che dall’alto veglia su noi: la Madre stringe al petto Gesù ed entrambi offrono la corona del Rosario all’umanità rappresentata dai santi inginocchiati ai loro piedi. Potremmo ben dire che tutto, in questo santuario, ci addita come mezzo semplice, ma efficace per crescere nella fede e nell’amore proprio la recita del Rosario”. Lo ha detto, stamattina, il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, nell’omelia della santa messa che precede la supplica alla Madonna di Pompei (ore 12). “I Papi – ha proseguito – recitano sempre con fede il rosario: anche ieri Benedetto XVI, dopo il concerto dell’Orchestra Filarmonica cinese, mi ha detto di andare a recitare il Rosario”. Da Maria, infatti, si apprende “la perenne lezione dell’amore: per Dio e per il prossimo”. La “supplica”, inoltre, “costituisce uno degli appuntamenti maggiori per la famiglia dei devoti della Madonna di Pompei, città nota dappertutto per le due civiltà che evoca”: “l’antica Pompei” e la “nuova Pompei” il cui “simbolo” è il santuario, che ha preceduto la nascita della moderna città e “in un certo modo l’ha modellata in ogni angolo”, dando “ad essa forma dopo averle assicurata la sostanza di una fede creativa e vitale, sempre pronta non solo a misurarsi, ma a essere la misura di ogni progresso civile e sociale”. “Proprio per la presenza di questo vivo centro di spiritualità mariana – ha osservato il card. Bertone – Pompei è diventata un’oasi di speranza per il mezzogiorno d’Italia, perennemente segnato da non poche problematiche e sfide. Attorno alla venerata icona della Madonna del Rosario è venuto a formarsi un unico centro spirituale che da una parte irradia devozione mariana e dall’altra, tramite un complesso di opere sociali, traduce l’amore verso Maria nell’amore per i fratelli, rispondendo ai bisogni della società campana, specialmente alle attese dei più poveri e abbandonati, come i figli dei carcerati”. Dopo aver trasmesso “il saluto e la benedizione del Santo Padre che anche oggi reciterà la supplica”, il segretario di Stato ha sottolineato come “questo santuario offra ai pellegrini la possibilità di una preghiera assidua e devota. Tuttavia non bisogna dimenticare che per l’efficacia della preghiera è necessaria la concordia alimentata dalla fiamma viva della carità che converte i cuori e consuma le discordie, piccole o grandi; che apre al dialogo e alla comprensione reciproca; che disarma gli animi da ogni violenza e costruisce ponti di pace fra gli uomini”. “Una vera cultura della pace – ha concluso – non penetra nelle profondità del cuore umano se non attraverso gesti umili e quotidiani di carità, di bontà, di perdono, prima che attraverso gli obiettivi diplomatici e politici”.Sir